◄ 94:10
Fascicolo 94
94:12 ►

Gli insegnamenti di Melchizedek in Oriente

11. La filosofia buddista

94:11.1

Il Buddismo penetrò in Cina nel primo millennio dopo Cristo e s’inserì bene nei costumi religiosi della razza gialla. Nel culto degli antenati essi avevano pregato a lungo i morti; ora potevano pregare anche per se stessi. Il Buddismo si amalgamò ben presto con le persistenti pratiche ritualistiche del Taoismo in disfacimento. Questa nuova religione sintetica, con i suoi templi per l’adorazione ed il suo cerimoniale religioso ben definito, divenne presto il culto generalmente accettato dai popoli della Cina, della Corea e del Giappone.

94:11.2

Anche se sotto certi aspetti è spiacevole che il Buddismo non sia stato diffuso nel mondo prima che i discepoli di Guatama avessero talmente pervertito le tradizioni e gli insegnamenti del culto al punto da fare di lui un essere divino, nondimeno questo mito della sua vita umana, abbellito come fu da una moltitudine di miracoli, si rivelò molto seducente per gli ascoltatori del vangelo nordico o Mahayana del Buddismo.

94:11.3

Alcuni dei suoi discepoli successivi insegnarono che lo spirito di Sakyamuni Budda ritornava periodicamente sulla terra come Budda vivente, aprendo così la via ad una perpetuazione indefinita d’immagini del Budda, di templi, di rituali e di falsi “Budda viventi”. In tal modo la religione del grande protestante indiano si trovò alla fine incatenata a quelle stesse pratiche cerimoniali e a quelle magie ritualistiche contro le quali aveva così intrepidamente combattuto e che aveva così coraggiosamente denunciato.

94:11.4

Il grande progresso fatto dalla filosofia buddista consisté nella sua comprensione della relatività di ogni verità. Attraverso il meccanismo di questa ipotesi i Buddisti sono stati in grado di conciliare e di mettere in correlazione le divergenze esistenti nelle loro Scritture religiose, come pure le divergenze tra queste e molte altre. S’insegnava che la piccola verità era per menti ristrette, la grande verità per grandi menti.

94:11.5

Questa filosofia sosteneva anche che la natura (divina) di Budda risiedeva in tutti gli uomini; che l’uomo, per mezzo dei suoi stessi sforzi, poteva giungere a realizzare questa divinità interiore. E questo insegnamento è una delle più chiare presentazioni della verità sugli Aggiustatori interiori che siano mai state fatte da una religione di Urantia.

94:11.6

Ma una grande limitazione del vangelo originale di Siddharta, quale fu interpretato dai suoi discepoli, fu che esso tentava la completa liberazione dell’io umano da tutte le limitazioni della natura mortale per mezzo della tecnica consistente nell’isolare l’io dalla realtà oggettiva. Ora, la vera autorealizzazione cosmica risulta dall’identificazione con la realtà cosmica e con il cosmo finito di energia, di mente e di spirito, limitato dallo spazio e condizionato dal tempo.

94:11.7

Ma anche se le cerimonie e le osservanze esteriori del Buddismo furono grossolanamente contaminate da quelle dei paesi in cui giungeva, questa degenerazione non avvenne interamente nella vita filosofica dei grandi pensatori che di tanto in tanto abbracciarono questo sistema di pensiero e di credenza. Per più di duemila anni molte delle menti migliori dell’Asia si sono concentrate sul problema di accertare la verità assoluta e la verità dell’Assoluto.

94:11.8

L’evoluzione di un concetto elevato dell’Assoluto fu compiuta attraverso molti canali di pensiero e sentieri tortuosi di ragionamento. L’ascesa verso l’alto di questa dottrina dell’infinità non era così chiaramente definita quanto lo era l’evoluzione del concetto di Dio nella teologia ebraica. Ciò nonostante ci furono certi livelli ampliati che le menti dei Buddisti raggiunsero, su cui si soffermarono e che superarono proseguendo il loro cammino verso la visualizzazione della Sorgente Primordiale degli universi:

94:11.9

1. La leggenda di Gautama. Alla base del concetto c’era il fatto storico della vita e degli insegnamenti di Siddharta, il principe profeta dell’India. Questa leggenda si trasformò in mito mentre passava attraverso i secoli per i vasti paesi dell’Asia, fino a superare lo status dell’idea di Gautama come illuminato e cominciare ad arricchirsi di attributi aggiuntivi.

94:11.10

2. I molti Budda. Fu argomentato che, se Gautama era venuto presso i popoli dell’India, allora, nel lontano passato le razze dell’umanità dovevano essere state benedette da altri istruttori della verità, e indubbiamente lo sarebbero state ancora nel lontano futuro. Ciò diede origine all’insegnamento che c’erano molti Budda, un numero illimitato ed infinito, ed anche che ognuno poteva aspirare a diventarne uno—a raggiungere la divinità di un Budda.

94:11.11

3. Il Budda Assoluto. Quando il numero di Budda stava diventando quasi infinito, divenne necessario per le menti di quel tempo riunificare questo pesante concetto. Di conseguenza si cominciò ad insegnare che tutti i Budda non erano che la manifestazione di un’essenza superiore, di un Uno Eterno d’esistenza infinita e non qualificata, di una Sorgente Assoluta di tutte le realtà. Da qui in avanti il concetto di Deità del Buddismo, nella sua forma più elevata, fu distinto dalla persona umana di Gautama Siddharta e si allontanò dalle limitazioni antropomorfiche che l’avevano tenuto imbrigliato. Questa concezione finale del Budda Eterno può ben essere identificata come l’Assoluto, e talvolta anche come l’infinito IO SONO.

94:11.12

Benché questa idea di Deità Assoluta non abbia mai incontrato un grande favore popolare presso i popoli dell’Asia, permise agli intellettuali di questi paesi di unificare la loro filosofia e di armonizzare la loro cosmologia. Il concetto del Budda Assoluto è a volte quasi personale, a volte del tutto impersonale—anche una forza creatrice infinita. Tali concetti, sebbene utili alla filosofia, non sono essenziali allo sviluppo religioso. Anche uno Yahweh antropomorfico ha un valore religioso più grande dell’Assoluto infinitamente lontano del Buddismo o del Bramanesimo.

94:11.13

Talvolta si è anche considerato l’Assoluto come contenuto nell’infinito IO SONO. Ma queste speculazioni erano un gelido conforto per le moltitudini affamate che desideravano ardentemente ascoltare parole di promessa, ascoltare il semplice vangelo di Salem che annunciava che la fede in Dio avrebbe assicurato il favore divino e la sopravvivenza eterna.


◄ 94:10
 
94:12 ►