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Fascicolo 89
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Peccato, sacrificio ed espiazione

3. Rinuncia ed umiliazione

89:3.1

La rinuncia fu la tappa successiva dell’evoluzione religiosa; il digiuno fu una pratica comune. Ben presto divenne usanza rinunciare a molte forme di piacere fisico, specialmente di natura sessuale. Il rituale del digiuno era profondamente radicato in molte religioni antiche ed è stato trasmesso praticamente a tutti i sistemi teologici moderni di pensiero.

89:3.2

Giusto nel momento in cui i barbari cominciavano ad abbandonare la pratica dispendiosa di bruciare e di seppellire i beni con i morti, proprio quando la struttura economica delle razze cominciava a prendere forma, apparve questa nuova dottrina religiosa della rinuncia, e decine di migliaia di anime sincere si misero a praticare la povertà. I beni furono considerati un ostacolo spirituale. Queste nozioni dei pericoli spirituali connessi con il possesso di beni materiali erano molto diffuse all’epoca di Filone e di Paolo, e da allora hanno sempre notevolmente influenzato la filosofia europea.

89:3.3

La povertà era semplicemente una parte del rituale di mortificazione della carne che, sfortunatamente, fu incorporato negli scritti e negli insegnamenti di molte religioni, in particolare del Cristianesimo. La penitenza è la forma negativa di questo rituale tante volte insensato della rinuncia. Ma tutto ciò insegnò al selvaggio l’autocontrollo e fu un valido progresso nell’evoluzione sociale. La negazione di sé e l’autocontrollo furono due delle più grandi conquiste sociali della religione evoluzionaria primitiva. L’autocontrollo portò l’uomo ad una nuova filosofia di vita; gli insegnò l’arte di accrescere la sua frazione di vita diminuendo il denominatore delle esigenze personali invece di tentare sempre di aumentare il numeratore della gratificazione egoista.

89:3.4

Queste antiche idee di autodisciplina comprendevano la flagellazione ed ogni sorta di tortura fisica. I sacerdoti del culto della madre erano particolarmente attivi nell’insegnare la virtù della sofferenza fisica, dando l’esempio col sottoporsi alla castrazione. Gli Ebrei, gli Indù e i Buddisti erano ardenti seguaci di questa dottrina di umiliazione fisica.

89:3.5

Durante tutta l’antichità gli uomini cercarono con questi metodi d’inscrivere crediti addizionali sui registri di autonegazione dei loro dei. Un tempo fu usanza, quando si era sotto certe tensioni emotive, di fare voto di autonegazione e di autotortura. Con il tempo questi voti assunsero la forma di contratti con gli dei, ed in tal senso rappresentarono un vero progresso evoluzionario per il fatto che gli dei furono ritenuti fare qualcosa di preciso come ricompensa di questa autotortura e di questa mortificazione della carne. I voti erano sia negativi che positivi. Promesse di questo genere dannoso ed estremo si osservano meglio oggi tra certi gruppi dell’India.

89:3.6

Fu naturale che il culto della rinuncia e dell’umiliazione avesse rivolto l’attenzione alla soddisfazione sessuale. Il culto della continenza ebbe origine come rituale tra i soldati prima d’iniziare una battaglia; in tempi successivi divenne la pratica dei “santi”. Questo culto tollerava il matrimonio solo come male minore rispetto alla fornicazione. Molte delle grandi religioni del mondo sono state sfavorevolmente influenzate da questo antico culto, ma nessuna più marcatamente del Cristianesimo. L’apostolo Paolo fu un devoto di questo culto, ed i suoi punti di vista personali sono riflessi negli insegnamenti che fissò nella teologia cristiana: “È bene per un uomo non toccare una donna.” “Vorrei che tutti gli uomini fossero come me.” “Io dico dunque ai celibi e alle vedove, è bene per loro mantenersi come me.” Paolo sapeva bene che questi insegnamenti non facevano parte del vangelo di Gesù, ed il suo riconoscimento di ciò è illustrato dalla sua affermazione: “Dico questo per licenza e non per comandamento.” Ma questo culto portò Paolo a disprezzare le donne. Il fatto spiacevole di tutto ciò è che le sue opinioni personali hanno influenzato a lungo gli insegnamenti di una grande religione del mondo. Se il consiglio del maestro costruttore di tende fosse stato seguito alla lettera ed universalmente, allora la razza umana sarebbe pervenuta ad una fine immediata ed ingloriosa. Inoltre, il coinvolgimento di una religione nell’antico culto della continenza portò direttamente ad una guerra contro il matrimonio e la famiglia, vere basi della società ed istituzioni fondamentali del progresso umano. E non c’è da stupirsi del fatto che queste credenze abbiano favorito la formazione di sacerdozi praticanti il celibato nelle numerose religioni dei vari popoli.

89:3.7

Un giorno l’uomo dovrà apprendere come godere della libertà senza licenza, del nutrirsi senza ingordigia e del piacere senza depravazione. L’autocontrollo è una politica umana migliore per regolare la propria condotta rispetto all’estrema negazione di sé. Gesù non ha mai insegnato questi punti di vista irragionevoli ai suoi discepoli.


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