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Feticci, amuleti e magia

6. La pratica della magia

88:6.1

La magia fu praticata con l’impiego di bacchette, di riti “medicali” e d’incantesimi ed era abitudine per chi li praticava lavorare svestiti. Le donne erano più numerose degli uomini tra i maghi primitivi. In magia, “medicina” significa mistero, non trattamento. Il selvaggio non curava mai se stesso; non prendeva mai medicine se non su consiglio degli specialisti in magia. Gli stregoni vudù del ventesimo secolo sono tipici dei maghi di un tempo.

88:6.2

C’era una fase pubblica ed una privata della magia. Quella compiuta dallo stregone, dallo sciamano o dal sacerdote era considerata destinata al bene di tutta la tribù. Le streghe, gli stregoni ed i maghi dispensavano una magia privata, una magia personale ed egoistica che era impiegata come metodo coercitivo per portare il male sui nemici. Il concetto di duplice spiritismo, di buoni e cattivi spiriti, diede origine alle credenze successive nella magia bianca e in quella nera. E via via che la religione si evolvé, il termine magia fu applicato alle operazioni degli spiriti estranei al proprio culto ed esso fu anche riferito alle credenze più antiche nei fantasmi.

88:6.3

Le combinazioni di parole, il rituale di canti e d’incantesimi, erano altamente magici. Certi incantesimi primitivi si trasformarono alla fine in preghiere. Ben presto fu praticata la magia imitativa; le preghiere furono rappresentate; le danze magiche non erano nient’altro che preghiere messe in scena. La preghiera sostituì gradualmente la magia come associata ai sacrifici.

88:6.4

La gestualità, essendo più antica della parola, era più sacra e magica, e la mimica era ritenuta avere un forte potere magico. Gli uomini rossi inscenavano spesso una danza del bisonte in cui uno di loro faceva la parte di un bisonte, e venendo preso egli assicurava il successo della caccia imminente. Le festività sessuali del Calendimaggio erano semplicemente una magia imitativa, un richiamo suggestivo alle passioni sessuali del mondo vegetale. La bambola fu inizialmente impiegata come talismano magico dalle spose sterili.

88:6.5

La magia fu il ramo dell’albero religioso evoluzionario che produsse alla fine il frutto di un’era scientifica. La credenza nell’astrologia portò allo sviluppo dell’astronomia; la credenza nella pietra filosofale portò alla conoscenza approfondita dei metalli, mentre la credenza in numeri magici fondò la scienza della matematica.

88:6.6

Ma un mondo così pieno di amuleti contribuì molto a distruggere ogni ambizione ed ogni iniziativa personali. I frutti del lavoro supplementare o della diligenza erano considerati magici. Se un uomo aveva nel suo campo più grano del suo vicino poteva essere trascinato davanti al capo ed accusato di aver attirato questo grano in più dal campo del suo vicino indolente. In verità in quest’epoca di barbarie era pericoloso sapere troppo; c’era sempre il pericolo di essere giustiziato come praticante di magia nera.

88:6.7

Gradualmente la scienza sta rimuovendo dalla vita il fattore azzardo. Ma se i metodi moderni di educazione fallissero, ci sarebbe un ritorno quasi immediato alle credenze primitive nella magia. Queste superstizioni persistono ancora nella mente di molte persone cosiddette civilizzate. Il linguaggio contiene molte espressioni fossili che testimoniano come la razza sia stata a lungo immersa nella superstizione magica, parole quali maleficio, cattiva stella, possessione, ispirazione, sparire per incanto, ingegnosità, incantatore, stupefatto e stupito. E degli esseri umani intelligenti credono ancora nella buona sorte, nel malocchio e nell’astrologia.

88:6.8

La magia antica fu il bozzolo della scienza moderna, indispensabile al suo tempo ma ora non più utile. E così i fantasmi della superstizione ignorante agitarono la mente primitiva degli uomini fino a quando non poterono nascere i concetti della scienza. Oggi Urantia è agli albori di questa evoluzione intellettuale. Una metà del mondo è bramosa di conoscere la luce della verità ed i fatti della scoperta scientifica, mentre l’altra metà langue tra le braccia dell’antica superstizione e di una magia appena dissimulata.

88:6.9

[Presentato da un Brillante Astro della Sera di Nebadon.]


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