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Fascicolo 191
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Le apparizioni agli apostoli e ad altri discepoli influenti

5. La seconda apparizione agli apostoli

191:5.1

Tommaso trascorse una settimana isolato con se stesso sulle colline attorno all’Oliveto. Durante questo periodo egli vide soltanto coloro che erano a casa di Simone e Giovanni Marco. Erano circa le nove di sabato 15 aprile quando i due apostoli lo trovarono e lo ricondussero al loro luogo di ritrovo nella casa dei Marco. Il giorno dopo Tommaso ascoltò il racconto delle storie delle varie apparizioni del Maestro, ma rifiutò ostinatamente di credervi. Egli sostenne che Pietro li aveva entusiasmati portandoli a credere di aver visto il Maestro. Natanaele ragionò con lui, ma senza successo. C’era una cocciutaggine emotiva associata alla sua dubbiosità abituale, e questo stato mentale, unito al suo dispiacere di essersi allontanato da loro, contribuì a creare una situazione d’isolamento che anche Tommaso stesso non comprendeva pienamente. Egli si era allontanato dai suoi compagni, era andato per conto suo, ed ora, anche dopo essere tornato tra di loro, tendeva inconsciamente ad assumere un atteggiamento di disaccordo. Egli era lento ad arrendersi; non amava cedere. Senza averne l’intenzione, egli godeva veramente dell’attenzione che gli si portava; traeva un’inconsapevole soddisfazione dagli sforzi di tutti i suoi compagni per convincerlo e convertirlo. Egli era mancato loro per tutta una settimana, e traeva grande piacere dalle loro persistenti attenzioni.

191:5.2

Essi stavano consumando il loro pasto della sera poco dopo le sei, con Pietro che sedeva da un lato di Tommaso e Natanaele dall’altro, quando l’incredulo apostolo disse: “Io non crederò prima di aver visto il Maestro con i miei stessi occhi ed aver messo il mio dito nel segno dei chiodi.” Mentre essi erano così seduti a cenare, e con le porte accuratamente chiuse e sbarrate, il Maestro morontiale apparve improvvisamente nel mezzo della curvatura della tavola, proprio di fronte a Tommaso, e disse:

191:5.3

“La pace sia su di voi. Ho atteso una settimana intera per potervi apparire di nuovo quando foste tutti presenti per ascoltare ancora una volta l’incarico di andare in tutto il mondo a predicare questo vangelo del regno. Vi dico nuovamente: come il Padre ha mandato me nel mondo, così io mando voi. Come io ho rivelato il Padre, così voi rivelerete l’amore divino, non solo con parole, ma nel vostro vivere quotidiano. Io vi mando non per amare l’anima degli uomini, ma piuttosto per amare gli uomini. Voi non proclamerete soltanto le gioie del cielo, ma mostrerete anche nella vostra esperienza quotidiana queste realtà spirituali della vita divina, poiché voi avete già la vita eterna, come dono di Dio, grazie alla fede. Poiché voi avete la fede, quando il potere proveniente dall’alto, lo Spirito della Verità, sarà venuto su di voi, non nasconderete la vostra luce qui dietro le porte chiuse; voi farete conoscere l’amore e la misericordia di Dio a tutta l’umanità. Per paura voi fuggite ora dai fatti di un’esperienza spiacevole, ma quando sarete stati battezzati con lo Spirito della Verità andrete coraggiosamente e con gioia incontro alle nuove esperienze della proclamazione della buona novella della vita eterna nel regno di Dio. Voi potete fermarvi qui e in Galilea per un breve periodo mentre vi rimettete dallo shock della transizione dalla falsa sicurezza dell’autorità del tradizionalismo al nuovo ordine dell’autorità dei fatti, della verità e della fede nelle realtà supreme dell’esperienza vivente. La vostra missione nel mondo è basata sul fatto che io ho vissuto tra di voi una vita di rivelazione di Dio; sulla verità che voi e tutti gli altri uomini siete figli di Dio; e ciò consisterà nella vita che vivrete tra gli uomini—l’esperienza effettiva e vivente di amare gli uomini e di servirli, così come io ho amato e servito voi. Che la fede riveli la vostra luce al mondo; che la rivelazione della verità apra gli occhi accecati dalla tradizione; che il vostro servizio amorevole distrugga efficacemente i pregiudizi generati dall’ignoranza. Accostandovi così ai vostri simili con simpatia comprensiva e devozione disinteressata, li condurrete alla conoscenza salvifica dell’amore del Padre. Gli Ebrei hanno celebrato la bontà; i Greci hanno esaltato la bellezza; gli Indù predicano la devozione; i lontani asceti insegnano il rispetto; i Romani esigono fedeltà; ma io chiedo ai miei discepoli la vita, una vita di servizio amorevole per i vostri fratelli nella carne.”

191:5.4

Quando il Maestro ebbe parlato così, guardò in viso Tommaso e disse: “E tu, Tommaso, che hai detto che non avresti creduto se non mi avessi visto e non avessi messo il tuo dito nel segno dei chiodi delle mie mani, ora mi hai visto e hai udito le mie parole; e benché tu non veda alcun segno di chiodi sulle mie mani, poiché io sono risorto nella forma che anche tu avrai quando lascerai questo mondo, che cosa dirai ai tuoi fratelli? Tu riconoscerai la verità, perché nel tuo cuore avevi già cominciato a credere anche quando affermavi così risolutamente di non credere. I tuoi dubbi, Tommaso, s’impongono con sempre maggiore ostinazione proprio quando stanno per crollare. Tommaso, ti chiedo di non mancare di fede, ma di credere—ed io so che crederai, e con tutto il tuo cuore.”

191:5.5

Quando Tommaso udì queste parole, cadde in ginocchio davanti al Maestro morontiale ed esclamò: “Io credo! Mio Signore e mio Maestro!” Allora Gesù disse a Tommaso: “Tu hai creduto, Tommaso, perché mi hai realmente visto e udito. Benedetti nelle ere future coloro che crederanno anche senza avere visto con l’occhio della carne né udito con l’orecchio mortale.”

191:5.6

E poi, mentre la forma del Maestro si avvicinava all’estremità della tavola, egli si rivolse a tutti loro dicendo: “Ed ora andate tutti in Galilea, dove vi apparirò presto.” Dopo aver detto questo egli scomparve dalla loro vista.

191:5.7

Gli undici apostoli erano ora pienamente convinti che Gesù era risuscitato dalla morte, e la mattina successiva molto presto, prima dell’alba, partirono per la Galilea.


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