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Fascicolo 174
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Il martedì mattina al tempio

3. I sadducei e la risurrezione

174:3.1

Prima che Gesù potesse cominciare il suo insegnamento, un altro gruppo si fece avanti per interrogarlo; questa volta era un gruppo di Sadducei scaltri ed eruditi. Il loro portavoce, avvicinatosi a lui, disse: “Maestro, Mosè ha detto che, se un uomo sposato morisse senza lasciare figli, suo fratello dovrebbe sposare la moglie e generare una discendenza per suo fratello deceduto. Ora è accaduto un caso in cui un uomo che aveva sei fratelli morì senza figli; il fratello che veniva dopo di lui sposò sua moglie, ma presto morì anche lui senza lasciare figli. Similmente il secondo fratello sposò la moglie, ma anche lui morì senza lasciare discendenza. E così di seguito fino a che tutti e sei i fratelli non l’ebbero sposata e tutti e sei non furono morti senza lasciare figli. E poi, dopo tutti loro, morì anche la donna. Ora, quello che desideriamo chiederti è questo: Alla risurrezione di chi sarà moglie essa, visto che tutti e sette questi fratelli l’hanno sposata?”

174:3.2

Gesù sapeva, e così il popolo, che questi Sadducei non erano sinceri nel porre questa domanda, perché era poco probabile che un tale caso potesse realmente accadere; inoltre, questa pratica dei fratelli di un morto di cercare di generare dei figli per lui era praticamente lettera morta in quest’epoca tra gli Ebrei. Ciononostante, Gesù accondiscese a rispondere alla loro insidiosa domanda. Egli disse: “Voi tutti vi sbagliate nel porre tali domande perché non conoscete né le Scritture né il potere vivente di Dio. Voi sapete che i figli di questo mondo possono sposarsi ed essere dati in matrimonio, ma non sembrate comprendere che coloro che sono ritenuti degni di raggiungere i mondi futuri mediante la risurrezione dei giusti, né si sposano né sono dati in matrimonio. Coloro che sperimentano la risurrezione dalla morte sono più simili agli angeli del cielo, e non muoiono mai. Questi risuscitati sono eternamente i figli di Dio; essi sono i figli della luce risuscitati nel progresso della vita eterna. Anche vostro padre Mosè comprese ciò, perché, in connessione con le sue esperienze presso il rovo ardente, udì il Padre dire: ‘Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe.’ E così, con Mosé, io dichiaro che mio Padre non è il Dio dei morti, ma dei viventi. In lui vivete tutti, vi riproducete e possedete la vostra esistenza di mortali.”

174:3.3

Quando Gesù ebbe finito di rispondere a queste domande, i Sadducei si ritirarono, ed alcuni Farisei persero il controllo al punto da esclamare: “È vero, è vero Maestro, hai risposto bene a questi Sadducei miscredenti.” I Sadducei non osarono più porgli altre domande, e il popolo si meravigliò della saggezza del suo insegnamento.

174:3.4

Gesù si richiamò solo a Mosè nel suo scontro con i Sadducei perché questa setta politico-religiosa riconosceva la validità solo dei cosiddetti cinque Libri di Mosè; essi non ammettevano che gli insegnamenti dei profeti potessero servire come base di dogmi dottrinali. Nella sua risposta il Maestro, anche se affermò positivamente il fatto della sopravvivenza delle creature mortali mediante la tecnica della risurrezione, non parlò in alcun senso con approvazione della credenza farisaica nella risurrezione del corpo umano fisico. Il punto che Gesù voleva evidenziare era che il Padre aveva detto: “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”, non io ero il loro Dio.

174:3.5

I Sadducei avevano pensato di sottoporre Gesù all’avvilente influenza del ridicolo, sapendo benissimo che una persecuzione in pubblico avrebbe molto certamente creato ulteriore simpatia per lui nelle menti della moltitudine.


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