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Fascicolo 167
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La visita a Filadelfia

2. La parabola della grande cena

167:2.1

Quando Gesù ebbe finito di parlare alla tavola di colazione del Fariseo, uno dei legisti presenti, desiderando rompere il silenzio, disse distrattamente: “Sia benedetto colui che mangerà del pane nel regno di Dio”—che era un’espressione corrente di quel tempo. Ed allora Gesù raccontò una parabola di cui anche il suo benevolo ospite fu costretto a far tesoro. Egli disse:

167:2.2

“Un certo capo offrì una grande cena, ed avendo invitato molti ospiti, all’ora di cena mandò i suoi servi a dire a coloro che erano invitati: ‘Venite, perché tutto è ora pronto.’ Ed essi cominciarono tutti unanimemente a scusarsi. Il primo disse: ‘Ho appena acquistato una fattoria e devo assolutamente andare ad ispezionarla; ti prego di scusarmi.’ Un altro disse: ‘Ho comperato cinque paia di buoi e devo andare a prenderli; ti prego di scusarmi.’ Ed un altro disse: ‘Mi sono appena sposato e perciò non posso venire.’ Così i servi tornarono a riferire ciò al loro padrone. Quando il padrone della casa udì ciò, s’irritò molto, e rivolgendosi ai suoi servi disse: ‘Ho preparato questo banchetto di matrimonio; le bestie grasse sono state uccise e tutto è pronto per i miei invitati, ma essi hanno disdegnato il mio invito. Ciascuno di loro è andato nelle proprie terre e alle proprie mercanzie, e si sono anche mostrati sgarbati verso i miei servi che li invitavano a venire alla mia festa. Uscite subito, dunque, nelle strade e nei vicoli della città, nelle vie principali e nelle strade secondarie, e conducete qui i poveri e i diseredati, i ciechi e gli storpi, affinché il banchetto di matrimonio possa avere degli invitati.’ Ed i servi fecero come il loro padrone aveva ordinato, ed anche allora restava posto per altri invitati. Allora il padrone disse ai suoi servi: ‘Uscite ora per le strade e nelle campagne e costringete coloro che trovate a venire, affinché la mia casa possa essere riempita. Io dichiaro che nessuno di coloro che furono invitati per primi gusterà la mia cena.’ Ed i servi fecero come il loro padrone aveva comandato, e la casa fu riempita.”

167:2.3

Dopo aver ascoltato queste parole, essi si accomiatarono; ciascuno andò a casa propria. Almeno uno dei sarcastici Farisei presenti quella mattina comprese il significato di questa parabola, perché fu battezzato quel giorno e fece pubblica confessione della sua fede nel vangelo del regno. Abner predicò su questa parabola quella sera al consiglio generale dei credenti.

167:2.4

Il giorno seguente tutti gli apostoli s’impegnarono nell’esercizio filosofico di tentare d’interpretare il significato di questa parabola della grande cena. Anche se Gesù ascoltò con interesse tutte queste differenti interpretazioni, rifiutò fermamente di offrire loro ulteriore aiuto per comprendere la parabola. Egli si limitò a dire: “Che ciascuno trovi il significato da se stesso e nella propria anima.”


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