◄ Fascicolo 151
  Parte 4 ▲
Fascicolo 153 ►
Fascicolo 152

Avvenimenti che portarono alla crisi di Cafarnao

A casa di Giairo  •  La nutrizione dei cinquemila  •  L’episodio dell’incoronazione  •  La visione notturna di Simon Pietro  •  Di ritorno a Betsaida  •  A Gennezaret  •  A Gerusalemme

LA STORIA della guarigione di Amos, il demente di Keresa, si era già diffusa a Betsaida e a Cafarnao, cosicché una grande folla stava aspettando Gesù quando il suo battello accostò quel martedì mattina. In mezzo a questa folla si trovavano i nuovi osservatori inviati dal Sinedrio di Gerusalemme, che erano venuti a Cafarnao per trovare un motivo per arrestare e mettere sotto accusa il Maestro. Mentre Gesù parlava con coloro che si erano riuniti per accoglierlo, Giairo, uno dei capi della sinagoga, si aprì un varco tra la folla e, prostratosi ai suoi piedi, lo prese per mano e lo supplicò di andare in fretta con lui, dicendo: “Maestro, la mia figlioletta, una figlia unica, giace a casa mia in punto di morte. Ti prego di venire a guarirla.” Quando Gesù udì la richiesta di questo padre, disse: “Verrò con te.”

152:0.2

Quando Gesù si avviò con Giairo, la grande moltitudine che aveva sentito la supplica del padre li seguì per vedere che cosa sarebbe accaduto. Poco prima del loro arrivo a casa del dirigente, mentre passavano in fretta per una strada stretta e con la folla che lo pressava, Gesù si fermò improvvisamente esclamando: “Qualcuno mi ha toccato.” E quando coloro che erano vicini a lui negarono di averlo toccato, Pietro disse: “Maestro, puoi vedere come questa folla ti pressa minacciando di schiacciarci, e tuttavia tu dici ‘qualcuno mi ha toccato’. Che cosa vuoi dire?” Allora Gesù disse: “Ho chiesto chi mi ha toccato perché ho percepito che dell’energia vivente era uscita da me.” Mentre Gesù si guardava attorno, il suo sguardo si posò su una donna vicina a lui, la quale, fattasi avanti, s’inginocchiò ai suoi piedi e disse: “Per anni sono stata afflitta da un’estenuante emorragia. Ho sofferto molto per l’intervento di numerosi medici; ho consumato tutte le mie sostanze, ma nessuno è riuscito a guarirmi. Poi ho sentito parlare di te ed ho pensato che se solo potevo toccare il lembo della tua veste certamente sarei guarita. E così sono avanzata con la folla che spingeva in avanti fino a che, trovandomi vicina a te, Maestro, ho toccato il bordo della tua veste e sono guarita; io so che sono stata guarita della mia malattia.”

152:0.3

Quando Gesù udì ciò, prese la donna per mano e, fattala alzare, disse: “Figlia, la tua fede ti ha guarita; va in pace.” Fu la sua fede e non il suo tocco che la guarì. Questo caso è un buon esempio di molte guarigioni apparentemente miracolose che avvennero durante la carriera terrena di Gesù, ma che egli non volle coscientemente in alcun senso. Il passare del tempo dimostrò che questa donna era realmente guarita della sua malattia. La sua fede era del genere che faceva presa diretta sul potere creatore che risiedeva nella persona del Maestro. Con la fede che essa aveva, le bastava soltanto avvicinare la persona del Maestro. Non era affatto necessario che toccasse la sua veste; quella era semplicemente la parte superstiziosa della sua credenza. Gesù chiamò questa donna, Veronica di Cesarea di Filippo, in sua presenza per correggere due errori che potevano dimorare nella sua mente, o che potevano persistere nella mente dei testimoni di questa guarigione: egli non voleva che Veronica se ne andasse pensando che la sua paura, tentando d’impossessarsi furtivamente della guarigione, fosse stata onorata, o che la sua superstizione di associare il tocco della veste con la sua guarigione avesse avuto effetto. Egli desiderava far sapere a tutti che era la fede pura e vivente di Veronica che aveva operato la guarigione.


 
 
152:1 ►
Il Libro di Urantia