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Fascicolo 146
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Il primo giro di predicazione in Galilea

5. Di ritorno a Cana

146:5.1

Il gruppo apostolico fu molto incoraggiato quando Gesù annunciò: “Domani andremo a Cana.” Essi sapevano che a Cana avrebbero incontrato un uditorio amichevole, perché Gesù era ben conosciuto là. Essi stavano operando bene nel loro lavoro di portare gente nel regno quando, il terzo giorno, arrivò a Cana un cittadino eminente di Cafarnao, Tito, che era un parziale credente ed il cui figlio era molto gravemente ammalato. Egli aveva sentito che Gesù era a Cana, così si affrettò ad andarlo a trovare. I credenti di Cafarnao pensavano che Gesù potesse guarire qualsiasi malattia.

146:5.2

Quando questo nobiluomo ebbe trovato Gesù a Cana, lo supplicò di partire in fretta per Cafarnao e di guarire suo figlio malato. Mentre gli apostoli erano in ansiosa attesa, Gesù, guardando il padre del ragazzo malato, disse: “Per quanto tempo vi sopporterò? Il potere di Dio è in mezzo a voi, ma se non vedete dei segni e non scorgete dei prodigi rifiutate di credere.” Ma il nobiluomo supplicò Gesù, dicendo: “Mio Signore, io credo, ma vieni prima che mio figlio muoia, perché quando l’ho lasciato era già in punto di morte.” E dopo aver chinato la testa per un istante in silenziosa meditazione, Gesù improvvisamente disse: “Ritorna a casa tua; tuo figlio vivrà.” Tito credette alle parole di Gesù e si affrettò a ritornare a Cafarnao. E mentre stava tornando, i suoi servi uscirono incontro a lui, dicendo: “Rallegrati, perché tuo figlio è migliorato—vive.” Allora Tito chiese loro a quale ora il ragazzo aveva cominciato a migliorare, e quando i servi risposero “ieri verso la settima ora la febbre l’ha lasciato”, il padre si ricordò che era circa quell’ora quando Gesù aveva detto: “Tuo figlio vivrà.” E Tito da allora credette con tutto il cuore, ed anche tutta la sua famiglia credette. Questo figlio divenne un potente ministro del regno e più tardi sacrificò la sua vita con coloro che morirono a Roma. Sebbene tutto il casato di Tito, i loro amici ed anche gli apostoli abbiano considerato questo episodio un miracolo, non lo fu. Almeno questo non fu un miracolo di guarigione di una malattia fisica. Fu semplicemente un caso di precognizione concernente il corso della legge naturale, il genere di conoscenza al quale Gesù fece frequentemente ricorso dopo il suo battesimo.

146:5.3

Di nuovo Gesù fu costretto ad allontanarsi in fretta da Cana a causa dell’eccessivo interesse sollevato dal secondo episodio di tal genere connesso con il suo ministero in questo villaggio. Gli abitanti della città si ricordavano dell’acqua e del vino, ed ora che si supponeva egli avesse guarito il figlio del nobiluomo a così grande distanza, essi vennero da lui non soltanto conducendo gli ammalati e gli afflitti, ma inviando anche dei messaggeri per chiedergli di guarire dei sofferenti a distanza. E quando Gesù vide che tutto il paese era in agitazione, disse: “Andiamo a Nain.”


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