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La traversata della Samaria

3. Divertimento e svago

143:3.1

In questo periodo uno stato di grande tensione nervosa ed emotiva si sviluppò tra gli apostoli ed i loro immediati discepoli associati. Essi non erano abituati a vivere e a lavorare insieme. Incontravano crescenti difficoltà nel mantenere relazioni armoniose con i discepoli di Giovanni. Il contatto con i Gentili e i Samaritani era una grande prova per questi Ebrei. In aggiunta a tutto ciò, le recenti affermazioni di Gesù avevano accresciuto lo stato di confusione nella loro mente. Andrea era quasi fuori di sé; non sapeva più che cosa fare, e così andò dal Maestro con i suoi problemi e le sue perplessità. Quando Gesù ebbe ascoltato il capo apostolico esporre le sue difficoltà, disse: “Andrea, tu non puoi distogliere gli uomini dalle loro perplessità quando raggiungono un tale stato di coinvolgimento e quando sono implicate così tante persone con forti sentimenti. Io non posso fare quello che mi chiedi—non m’intrometterò in queste difficoltà sociali personali—ma mi unirò a voi per godere di un periodo di tre giorni di riposo e di distensione. Vai dai tuoi fratelli e annuncia loro che verrete tutti con me sul Monte Sartaba, dove desidero riposare per un giorno o due.

143:3.2

“Ora dovresti andare da ciascuno dei tuoi undici fratelli e parlare con loro privatamente, dicendo: ‘Il Maestro desidera che andiamo da soli con lui per un periodo di riposo e di distensione. Poiché abbiamo tutti sperimentato recentemente molte contrarietà di spirito e tensioni mentali, suggerisco che non sia fatta alcuna menzione delle nostre prove e difficoltà durante questa vacanza. Posso contare sulla tua collaborazione in questa faccenda?’ Avvicina in questo modo privatamente e personalmente ciascuno dei tuoi fratelli.” E Andrea fece come il Maestro gli aveva ordinato.

143:3.3

Questo fu un meraviglioso avvenimento nell’esperienza di ciascuno di loro; essi non dimenticarono mai il giorno in cui salirono in montagna. Per l’intero tragitto non fu detta una parola sulle loro difficoltà. Dopo aver raggiunto la sommità della montagna, Gesù li fece sedere attorno a sé e disse: “Fratelli miei, dovete imparare tutti il valore del riposo e l’efficacia della distensione. Dovete comprendere che il modo migliore di risolvere certi problemi ingarbugliati è quello di lasciarli da parte per qualche tempo. Poi, quando tornerete rinfrancati dal vostro riposo o dalla vostra adorazione, sarete in grado di affrontare le vostre difficoltà con una mente più chiara ed una mano più ferma, per non dire con un cuore più risoluto. Inoltre, molte volte il vostro problema ha assunto proporzioni minori mentre riposavate la vostra mente ed il vostro corpo.”

143:3.4

Il giorno successivo Gesù assegnò a ciascuno dei dodici un tema di discussione. L’intero giorno fu dedicato ai ricordi ed a conversazioni su argomenti estranei alle loro attività religiose. Essi furono momentaneamente stupiti quando Gesù dimenticò anche di rendere grazie—verbalmente—quando spezzò il pane per il loro pasto di mezzogiorno. Questa era la prima volta che lo vedevano omettere tale formalità.

143:3.5

Mentre salivano la montagna, la testa di Andrea era piena di problemi. Giovanni era smisuratamente perplesso nel suo cuore. Giacomo era terribilmente turbato nella sua anima. Matteo era molto preoccupato per i fondi a causa del loro soggiorno tra i Gentili. Pietro era stressato ed era stato recentemente più lunatico del solito. Giuda soffriva di un periodico attacco di suscettibilità e di egoismo. Simone era insolitamente sconvolto dai suoi sforzi per conciliare il suo patriottismo con l’amore della fratellanza umana. Filippo era sempre più sconcertato per il modo in cui stavano andando le cose. Natanaele era stato meno di buonumore dopo che erano venuti in contatto con le popolazioni Gentili, e Tommaso stava attraversando un periodo di profonda depressione. Soltanto i gemelli erano normali ed impassibili. Tutti loro erano estremamente perplessi sul modo d’intendersi pacificamente con i discepoli di Giovanni.

143:3.6

Il terzo giorno, quando partirono per scendere dalla montagna e ritornare al loro campo, un grande cambiamento si era prodotto in loro. Essi avevano fatto l’importante scoperta che molte perplessità umane in realtà non esistono, che molte pressanti difficoltà sono creazioni di un timore esagerato ed il risultato di un’apprensione eccessiva. Avevano imparato che tutte queste perplessità si trattano meglio se vengono trascurate; andandosene essi avevano lasciato che questi problemi si risolvessero da soli.

143:3.7

Il ritorno da questa vacanza segnò l’inizio di un periodo di relazioni considerevolmente migliorate con i discepoli di Giovanni. Molti dei dodici si misero realmente a ridere quando notarono il cambiamento mentale di ciascuno ed osservarono l’assenza dell’irritabilità nervosa che era derivata come risultato della lontananza di tre giorni dai doveri quotidiani della vita. C’è sempre il rischio che la monotonia dei contatti umani moltiplichi grandemente le perplessità ed accresca le difficoltà.

143:3.8

Nelle due città greche di Archelaide e di Fasaelide non molti Gentili credettero al vangelo, ma i dodici apostoli acquisirono un’esperienza preziosa in questo loro primo esteso lavoro con popolazioni esclusivamente pagane. Un lunedì mattina, verso la metà del mese, Gesù disse ad Andrea: “Entriamo in Samaria.” Ed essi partirono immediatamente per la città di Sicar, vicino al pozzo di Giacobbe.


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