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Le religioni del mondo

10. “Nostra religione”

131:10.1

Dopo l’arduo lavoro per effettuare questa compilazione degli insegnamenti delle religioni del mondo concernenti il Padre del Paradiso, Ganid s’impegnò nel compito di formulare quello che considerava un riassunto della credenza alla quale era pervenuto riguardo a Dio come risultato dell’insegnamento di Gesù. Questo giovane aveva preso l’abitudine di chiamare queste credenze la “nostra religione”. Queste furono le sue annotazioni:

131:10.2

“Il Signore nostro Dio è un Signore unico, e voi dovreste amarlo con tutta la vostra mente e con tutto il vostro cuore mentre fate del vostro meglio per amare tutti i suoi figli come amate voi stessi. Questo unico Dio è nostro Padre celeste nel quale tutte le cose consistono e che dimora, con il suo spirito, in ogni anima umana sincera. E noi che siamo i figli di Dio dovremmo imparare ad affidare a lui la custodia della nostra anima come ad un Creatore fedele. Con il nostro Padre celeste tutte le cose sono possibili. Poiché egli è il Creatore, avendo fatto tutte le cose e tutti gli esseri, non potrebbe essere altrimenti. Benché non possiamo vedere Dio, possiamo conoscerlo. E vivendo quotidianamente la volontà del Padre che è nei cieli possiamo rivelarlo ai nostri simili.

131:10.3

“Le ricchezze divine del carattere di Dio devono essere infinitamente profonde ed eternamente sagge. Noi non possiamo scoprire Dio mediante la conoscenza, ma possiamo conoscerlo nel nostro cuore per mezzo dell’esperienza personale. Sebbene la sua giustizia sia al di là della nostra conoscenza, la sua misericordia può essere ricevuta dall’essere più umile della terra. Sebbene il Padre riempia l’universo, vive anche nel nostro cuore. La mente dell’uomo è umana, mortale, ma lo spirito dell’uomo è divino, immortale. Dio non solo è onnipotente ma anche infinitamente saggio. Se i nostri genitori terreni, le cui tendenze sono cattive, sanno come amare i loro figli e dare loro cose buone, quanto più il buon Padre celeste deve sapere come amare saggiamente i suoi figli terreni e concedere loro adeguate benedizioni.

131:10.4

“Il Padre celeste non tollererà che un solo figlio sulla terra perisca se quel figlio desidera trovare il Padre e anela sinceramente ad essere simile a lui. Il nostro Padre ama anche i malvagi ed è sempre buono con gli ingrati. Se più esseri umani potessero solo conoscere la bontà di Dio, sarebbero certamente portati a pentirsi della loro cattiveria e ad abbandonare tutti i peccati conosciuti. Tutte le cose buone provengono dal Padre della luce, nel quale non c’è né mutabilità né ombra di cambiamento. Lo spirito del vero Dio è nel cuore dell’uomo. Dio vuole che tutti gli uomini siano fratelli. Quando gli uomini cominciano a cercare Dio, è evidente che Dio ha trovato loro e che essi cercano di conoscere lui. Noi viviamo in Dio e Dio dimora in noi.

131:10.5

“Non mi accontenterò più di credere che Dio è il Padre di tutto il mio popolo; d’ora in poi crederò che egli è anche mio Padre. Cercherò sempre di adorare Dio con l’aiuto dello Spirito della Verità, che è il mio aiuto quando sono realmente giunto a conoscere Dio. Ma prima di tutto praticherò il culto di Dio imparando a fare la volontà di Dio sulla terra; farò cioè del mio meglio per trattare ciascuno dei miei simili mortali esattamente come penso che Dio vorrebbe che li tratti. E quando viviamo questo tipo di vita nella carne possiamo chiedere molte cose a Dio ed egli soddisferà il desiderio del nostro cuore affinché possiamo essere meglio preparati a servire i nostri simili. Tutto questo servizio amorevole dei figli di Dio accresce la nostra capacità di ricevere e di provare le gioie del cielo, i piaceri superiori del ministero dello spirito del cielo.

131:10.6

“Ringrazierò Dio tutti i giorni per i suoi ineffabili doni; lo loderò per le sue opere meravigliose a favore dei figli degli uomini. Per me egli è l’Onnipotente, il Creatore, il Potere e la Misericordia, ma più di tutto egli è il mio Padre spirituale, ed in quanto suo figlio terreno io mi farò avanti un giorno per vederlo. Il mio precettore mi ha detto che cercandolo diverrò simile a lui. Per mezzo della fede in Dio ho raggiunto la pace con lui. Questa nostra nuova religione è piena di gioia e genera una felicità duratura. Ho fiducia che gli sarò fedele fino alla morte e che riceverò certamente la corona della vita eterna.

131:10.7

“Sto imparando a mettere tutto alla prova e ad aderire a ciò che è bene. Farò ai miei simili tutto quello che vorrei fosse fatto a me. Per mezzo di questa nuova fede io so che l’uomo può divenire figlio di Dio, ma sono talvolta terrificato quando mi fermo a pensare che tutti gli uomini sono miei fratelli, tuttavia ciò deve essere vero. Non vedo come io possa gioire della paternità di Dio mentre rifiuto di accettare la fratellanza degli uomini. Chiunque fa appello al nome del Signore sarà salvato. Se questo è vero, allora tutti gli uomini devono essere miei fratelli.

131:10.8

“D’ora in poi io farò le mie buone azioni in segreto; pregherò anche di più quando sono solo. Non giudicherò, per evitare di essere ingiusto verso i miei simili. Imparerò ad amare i miei nemici; non ho ancora veramente dominato questa pratica di assomigliare a Dio. Sebbene io veda Dio nelle altre religioni, trovo che nella ‘nostra religione’ egli è più bello, più amorevole, più misericordioso, più personale e più positivo. Ma soprattutto questo grande e glorioso Essere è il mio Padre spirituale; io sono suo figlio. E con nessun altro mezzo, se non il mio sincero desiderio di assomigliare a lui, alla fine lo troverò e lo servirò in eterno. Finalmente ho una religione con un Dio, un Dio meraviglioso, ed è un Dio di salvezza eterna.”


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