ANCHE per gli ordini elevati delle intelligenze universali l’infinità è solo parzialmente intelligibile e la finalità della realtà è solo relativamente comprensibile. La mente umana, quando cerca di penetrare il mistero eterno dell’origine e del destino di tutto ciò che è chiamato reale, può utilmente affrontare il problema concependo l’eternità-infinità come un’ellissi quasi illimitata prodotta da un’unica causa assoluta funzionante lungo questo ciclo universale di diversificazione senza fine, cercando sempre qualche potenziale di destino assoluto ed infinito.
Quando l’intelletto mortale tenta di afferrare il concetto di totalità della realtà, tale mente finita si trova di fronte all’infinità-realtà; la totalità della realtà è l’infinità e perciò essa non può mai essere pienamente compresa da una mente che è subinfinita in capacità concettuale.
La mente umana può difficilmente formarsi un concetto adeguato delle esistenze eterne, e senza questa comprensione è impossibile descrivere anche i nostri concetti di totalità della realtà. Tuttavia noi possiamo tentare una tale presentazione, anche se siamo pienamente consapevoli che i nostri concetti dovranno subire una profonda deformazione nel processo di traduzione-modificazione per portarli al livello di comprensione della mente mortale.