Le Deità personali hanno degli attributi, ma non è affatto logico parlare della Trinità come avente degli attributi. Sarebbe più appropriato considerare quest’associazione di esseri divini come avente delle funzioni, quali l’amministrazione della giustizia, i comportamenti di totalità, l’azione coordinata ed il supercontrollo cosmico. Queste funzioni sono fattivamente supreme, ultime e (nei limiti della Deità) assolute nella misura in cui concernono tutte le realtà viventi con valore di personalità.
Le funzioni della Trinità del Paradiso non sono semplicemente la somma delle doti evidenti di divinità del Padre più quegli attributi specifici che sono unici nell’esistenza personale del Figlio e dello Spirito. L’associazione trinitaria delle tre Deità del Paradiso ha come risultato l’evoluzione, l’eventuarsi e la deitizzazione di nuovi significati, valori, poteri e capacità di rivelazione, d’azione e di amministrazione universale. Le associazioni viventi, le famiglie umane, i gruppi sociali o la Trinità del Paradiso non si accrescono per semplice addizione aritmetica. Il potenziale del gruppo supera sempre di molto la semplice somma degli attributi dei singoli componenti.
La Trinità mantiene un comportamento unico in quanto Trinità verso l’intero universo del passato, del presente e del futuro. E le funzioni della Trinità possono essere meglio considerate in relazione ai comportamenti universali della Trinità stessa. Questi comportamenti sono simultanei e possono essere multipli in rapporto a qualsiasi situazione od evento isolati:
1. Comportamento verso il finito. La massima autolimitazione della Trinità è il suo comportamento verso il finito. La Trinità non è una persona, né l’Essere Supremo è una personalizzazione esclusiva della Trinità, ma il Supremo è l’approccio massimo ad una focalizzazione del potere-personalità della Trinità che possa essere compreso da creature finite. Per tale ragione la Trinità in relazione al finito è detta talvolta Trinità della Supremazia.
2. Comportamento verso l’absonito. La Trinità del Paradiso prende in considerazione quei livelli d’esistenza che sono più che finiti ma meno che assoluti, e questa relazione è talvolta denominata la Trinità di Ultimità. Né l’Ultimo né il Supremo rappresentano totalmente la Trinità del Paradiso, ma in senso restrittivo e per i loro rispettivi livelli, ciascuno sembra rappresentare la Trinità durante le ere prepersonali di sviluppo del potere esperienziale.
3. Il comportamento assoluto della Trinità del Paradiso è in relazione ad esistenze assolute e culmina nell’azione della Deità totale.
L’Infinito Trinitario implica l’azione coordinata di tutte le relazioni triunitarie della Prima Sorgente e Centro—non deificate e deificate—e per questo motivo per delle personalità è molto difficile da capirlo. Nella contemplazione della Trinità come infinita, non dimenticate le sette triunità; certe difficoltà di comprensione potranno essere così evitate e certi paradossi potranno essere parzialmente risolti.
Ma io non dispongo di un linguaggio che mi permetta di trasmettere alla limitata mente umana la verità completa ed il significato eterno della Trinità del Paradiso e la natura dell’interassociazione perpetua dei tre esseri di perfezione infinita.