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Fascicolo 79
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L’espansione andita in Oriente

3. L’India dravidica

79:3.1

La mescolanza dei conquistatori anditi dell’India con le stirpi native produsse alla fine quel popolo misto che è stato chiamato Dravida. I primi e più puri Dravidi possedevano una grande attitudine per le realizzazioni culturali, ma questa qualità fu continuamente indebolita via via che l’eredità andita progressivamente si attenuava. E ciò condannò la civiltà dell’India che stava germogliando quasi dodicimila anni or sono. Ma l’infusione di questa sia pur piccola quantità di sangue adamico provocò una marcata accelerazione dello sviluppo sociale. Questa razza composita produsse immediatamente la civiltà più versatile allora presente sulla terra.

79:3.2

Poco dopo la conquista dell’India, gli Anditi dravidici persero il contatto razziale e culturale con la Mesopotamia, ma la successiva apertura di linee marittime e di vie carovaniere ripristinò questi collegamenti. In nessun momento degli ultimi diecimila anni l’India ha mai interamente perso contatto con la Mesopotamia ad ovest e con la Cina ad est, anche se le barriere montuose hanno assai favorito le relazioni con l’occidente.

79:3.3

La cultura superiore e le tendenze religiose dei popoli dell’India datano dai primi tempi della dominazione dravidica e sono dovute in parte al fatto che un gran numero di sacerdoti setiti penetrarono in India, sia nel corso delle prime invasioni andite che durante le successive invasioni ariane. Il filo del monoteismo che passa attraverso la storia religiosa dell’India parte dunque dagli insegnamenti degli Adamiti del secondo giardino.

79:3.4

All’inizio del 16.000 a.C. una compagnia di cento sacerdoti setiti entrò in India e riuscì a conquistare religiosamente quasi tutta la metà occidentale di quel popolo poliglotta. Ma la loro religione non persisté. Nello spazio di cinquemila anni le loro dottrine sulla Trinità del Paradiso erano degenerate nel simbolo trino del dio del fuoco.

79:3.5

Ma per più di settemila anni, sino alla fine delle migrazioni andite, lo status religioso degli abitanti dell’India fu molto superiore a quello del resto del mondo. Durante quest’epoca l’India aveva buone probabilità di produrre la civiltà culturale, religiosa, filosofica e commerciale più avanzata del mondo. E se non fosse avvenuto il completo assorbimento degli Anditi da parte dei popoli del sud, questo destino sarebbe stato probabilmente realizzato.

79:3.6

I centri dravidici di cultura erano situati nelle valli dei fiumi, principalmente dell’Indo e del Gange, e nel Deccan lungo i tre grandi fiumi che scorrono attraverso le Catene Orientali verso il mare. Gli insediamenti lungo la costa marittima delle Catene Occidentali dovettero la loro importanza alle relazioni marittime con la Sumeria.

79:3.7

I Dravidi furono tra i primi popoli a costruire città e a lanciarsi in affari d’importazione e d’esportazione su grande scala, sia per via di terra che di mare. Nel 7.000 a.C. carovane di cammelli facevano viaggi regolari verso la lontana Mesopotamia; i battelli dravidici si spingevano lungo la costa attraverso il Mare d’Arabia fino alle città sumere del Golfo Persico e si avventuravano sulle acque della Baia del Bengala fino alle lontane Indie Orientali. Un alfabeto, assieme all’arte della scrittura, fu importato dalla Sumeria da questi navigatori e mercanti.

79:3.8

Queste relazioni commerciali contribuirono grandemente all’ulteriore diversificazione di una cultura cosmopolita, che provocò la prima apparizione di molte raffinatezze ed anche di molti oggetti di lusso della vita cittadina. Quando gli Ariani apparsi più tardi entrarono in India, non riconobbero nei Dravidi i loro cugini anditi assorbiti dalle razze sangik, ma trovarono una civiltà molto avanzata. Nonostante i limiti biologici, i Dravidi avevano fondato una civiltà superiore. Essa fu largamente diffusa in tutta l’India ed è sopravvissuta nel Deccan fino ai tempi moderni.


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