I primi Semiti ritenevano che ogni cosa fosse abitata da uno spirito. C’erano spiriti del mondo animale e del mondo vegetale; spiriti annuali, il signore della progenie; spiriti del fuoco, dell’acqua e dell’aria; un vero pantheon di spiriti da temere e da adorare. E gli insegnamenti di Melchizedek concernenti un Creatore Universale non distrussero mai completamente la credenza in questi spiriti subordinati o dei della natura.
Il progresso degli Ebrei dal politeismo al monoteismo, passando per l’enoteismo, non fu uno sviluppo concettuale ininterrotto e continuo. Essi subirono molti regressi nell’evoluzione dei loro concetti di Deità, mentre in ciascuna epoca esisterono idee diverse su Dio presso differenti gruppi di credenti semiti. In tempi diversi furono applicate numerose denominazioni ai loro concetti di Dio, e per evitare ogni confusione questi vari appellativi della Deità saranno definiti così come si rapportano all’evoluzione della teologia ebraica:
1. Yahweh era il dio delle tribù palestinesi del sud, che associarono questo concetto di deità al Monte Horeb, il vulcano del Sinai. Yahweh era semplicemente uno delle centinaia e migliaia di dei della natura che attiravano l’attenzione ed esigevano l’adorazione delle tribù e dei popoli semitici.
2. El Elyon. Per secoli dopo il soggiorno di Melchizedek a Salem la sua dottrina della Deità persisté in differenti versioni, ma fu generalmente indicata con il termine El Elyon, l’Altissimo Dio del cielo. Molti Semiti, compresi i discendenti diretti di Abramo, adorarono in tempi diversi sia Yahweh sia El Elyon.
3. El Shaddai. È difficile spiegare che cosa rappresentava El Shaddai. Questa idea di Dio era un derivato composito degli insegnamenti del Libro della Saggezza di Amenemope, modificato dalla dottrina su Aton presentata da Ikhnaton ed ulteriormente influenzato dagli insegnamenti di Melchizedek incorporati nel concetto di El Elyon. Ma via via che il concetto di El Shaddai impregnò la mente ebraica, si colorò totalmente delle credenze su Yahweh che esistevano nel deserto.
Una delle idee dominanti della religione di quest’epoca era il concetto egiziano della divina Provvidenza, l’insegnamento che la prosperità materiale era una ricompensa per aver servito El Shaddai.
4. El. In mezzo a tutta questa confusione di terminologia e di approssimazione di concetti, molti credenti devoti si sforzarono sinceramente di adorare tutte queste idee in evoluzione della divinità, e si sviluppò la pratica di rivolgersi a questa Deità composita con il nome di El. E questo termine includeva anche altri dei della natura adorati dai Beduini.
5. Elohim. A Kish e ad Ur persisterono a lungo dei gruppi sumeri-caldei che insegnarono un concetto di Dio tre-in-uno fondato sulle tradizioni del tempo di Abramo e di Melchizedek. Questa dottrina fu portata in Egitto, dove questa Trinità fu adorata sotto il nome di Elohim, o al singolare come Eloah. I circoli filosofici dell’Egitto e più tardi gli insegnanti alessandrini di estrazione ebraica insegnarono questa unità di Dei pluralistici, e all’epoca dell’esodo molti consiglieri di Mosè credevano in questa Trinità. Ma il concetto dell’Elohim trinitario non divenne mai una vera parte della teologia ebraica fino a che gli Ebrei non furono passati sotto l’influenza politica dei Babilonesi.
6. Nomi diversi. I Semiti non amavano pronunciare il nome della loro Deità e perciò ricorsero di tanto in tanto a numerosi appellativi, quali: Lo Spirito di Dio, Il Signore, L’Angelo del Signore, L’Onnipotente, Il Santo, L’Altissimo, Adonai, L’Antico dei Giorni, Il Signore Dio d’Israele, Il Creatore del Cielo e della Terra, Kyrios, Jah, Il Signore degli Eserciti ed il Padre Celeste.
Geova è un termine che in tempi recenti è stato impiegato per indicare il concetto completo di Yahweh che si sviluppò alla fine per evoluzione nel corso della lunga esperienza ebraica. Ma il nome Geova fu utilizzato solo millecinquecento anni dopo l’epoca di Gesù.
Fin verso l’anno 2.000 a.C. il Monte Sinai era ad intermittenza attivo come vulcano; eruzioni occasionali avvennero fino all’epoca del soggiorno degli Israeliti in questa regione. Il fuoco ed il fumo, assieme alle fragorose detonazioni che accompagnavano le eruzioni di questa montagna vulcanica, impressionavano tutti e mettevano in soggezione i Beduini delle regioni circostanti e li inducevano a temere grandemente Yahweh. Questo spirito del Monte Horeb divenne più tardi il dio dei Semiti ebrei, ed essi alla fine credettero che fosse supremo su tutti gli altri dei.
I Cananei avevano venerato a lungo Yahweh, e sebbene molti Keniti credessero più o meno in El Elyon, il superdio della religione di Salem, la maggior parte dei Cananei restava vagamente fedele all’adorazione delle antiche deità tribali. Essi non volevano abbandonare le loro deità nazionali in favore di un Dio internazionale, per non dire interplanetario. Non erano interessati ad una deità universale, e perciò queste tribù continuarono ad adorare le loro deità tribali, inclusi Yahweh ed i vitelli d’argento e d’oro che simbolizzavano il concetto che i pastori beduini avevano dello spirito del vulcano del Sinai.
I Siriani, pur adorando i loro dei, credevano anche nello Yahweh degli Ebrei, perché i loro profeti dissero al re di Siria: “I loro dei sono dei delle colline; perciò furono più forti di noi; ma combattiamoli in pianura, e sicuramente noi saremo più forti di loro.”
Via via che l’uomo progredisce in cultura, gli dei minori vengono subordinati ad una deità suprema; il grande Giove persiste soltanto come un’esclamazione. I monoteisti conservano i loro dei subordinati come spiriti, demoni, parche, nereidi, fate, folletti, gnomi, spiriti di presagio e malocchio. Gli Ebrei passarono per l’enoteismo e credettero a lungo nell’esistenza di altri dei oltre a Yahweh, ma reputarono sempre di più che queste deità straniere fossero subordinate a Yahweh. Essi ammettevano l’esistenza di Kemosh, dio degli Amorrei, ma sostenevano che era subordinato a Yahweh.
L’idea di Yahweh ha subìto lo sviluppo più esteso di tutte le teorie umane su Dio. La sua evoluzione progressiva può essere paragonata soltanto alla metamorfosi del concetto di Budda in Asia, che portò infine al concetto dell’Assoluto Universale, come il concetto di Yahweh condusse alla fine all’idea del Padre Universale. Ma come fatto storico si dovrebbe comprendere che, anche se gli Ebrei cambiarono in tal modo il loro punto di vista sulla Deità dal dio tribale del Monte Horeb all’amorevole e misericordioso Padre Creatore dei tempi successivi, essi non cambiarono il suo nome; lungo tutta la loro storia essi continuarono a chiamare Yahweh questo concetto in evoluzione della Deità.