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Gli insegnamenti di Melchizedek nel Levante

3. L’evoluzione dei concetti morali

95:3.1

Benché la cultura e la religione dell’Egitto fossero principalmente derivate dagli Anditi della Mesopotamia e fossero in larga misura trasmesse alle civiltà successive tramite gli Ebrei ed i Greci, una grande, una grandissima parte dell’idealismo sociale ed etico degli Egiziani ebbe origine nella valle del Nilo come sviluppo puramente evoluzionario. Nonostante l’importazione di molta verità e cultura di origine andita, si evolvé in Egitto più cultura morale come sviluppo puramente umano di quanta ne apparve mediante tecniche naturali simili in qualsiasi altra zona del mondo circoscritta prima del conferimento di Micael.

95:3.2

L’evoluzione morale non dipende interamente dalla rivelazione. Concetti morali elevati possono essere derivati dalla stessa esperienza umana. L’uomo può anche evolvere dei valori spirituali e derivare un’intuizione cosmica dalla sua vita esperienziale personale perché risiede in lui uno spirito divino. Tali evoluzioni naturali della coscienza e del carattere furono anche accelerate dall’arrivo periodico d’insegnanti della verità, nei tempi antichi provenienti dal secondo Eden, più tardi dal quartier generale di Melchizedek a Salem.

95:3.3

Migliaia di anni prima che il vangelo di Salem fosse penetrato in Egitto, i suoi capi morali insegnavano ad essere giusti, equi e ad evitare l’avarizia. Tremila anni prima che fossero redatte le Scritture ebraiche, il motto degli Egiziani era: “Affermato è l’uomo il cui modello è la rettitudine e che cammina secondo la sua via.” Essi insegnavano la gentilezza, la moderazione e la discrezione. Il messaggio di uno dei grandi maestri di quest’epoca fu: “Agite correttamente e siate giusti con tutti.” La triade egiziana di quest’epoca era Verità-Giustizia-Rettitudine. Tra tutte le religioni puramente umane di Urantia, nessuna ha mai superato gli ideali sociali e la grandezza morale di questo umanesimo di un tempo della valle del Nilo.

95:3.4

Le dottrine sopravviventi della religione di Salem fiorirono nel terreno di queste idee etiche e di questi ideali morali in evoluzione. I concetti del bene e del male trovarono una pronta risposta nel cuore di un popolo che credeva che “la vita è data al pacifico e la morte al colpevole”. “Il pacifico è colui che fa ciò che si ama; il colpevole è colui che fa ciò che si detesta.” Per secoli gli abitanti della valle del Nilo erano vissuti secondo questi criteri etici e sociali emergenti prima di aver mai intrattenuto i concetti successivi di giusto e di sbagliato—del bene e del male.

95:3.5

L’Egitto era intellettuale e morale, ma non troppo spirituale. In seimila anni solo quattro grandi profeti sorsero tra gli Egiziani. Amenemope lo seguirono per un certo tempo; Okhban lo assassinarono; Ikhnaton lo accettarono senza entusiasmo per una breve generazione; Mosè lo respinsero. Furono inoltre delle circostanze politiche più che religiose che resero agevole ad Abramo, e più tardi a Giuseppe, esercitare una grande influenza in tutto l’Egitto a favore dell’insegnamento salemita di un Dio unico. Ma quando i missionari di Salem entrarono per la prima volta in Egitto, vi trovarono questa cultura evoluzionaria altamente etica mescolata con i criteri morali modificati degli immigrati mesopotamici. Questi antichi insegnanti della valle del Nilo furono i primi a proclamare che la coscienza era il comandamento di Dio, la voce della Deità.


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