La redenzione sacrificale e la prostituzione nei templi erano in realtà modificazioni del sacrificio umano. Venne poi la simulazione del sacrificio delle figlie. Questa cerimonia consisteva in un salasso, con la consacrazione alla verginità per tutta la vita, e questa fu una reazione morale all’antica prostituzione nel tempio. In tempi più recenti le vergini si consacrarono al servizio di custodire i fuochi sacri dei templi.
Gli uomini concepirono infine l’idea che l’offerta di una parte del corpo poteva sostituire il vecchio sacrificio umano completo. Anche la mutilazione fisica fu considerata un sostituto accettabile. Furono sacrificati capelli, unghie, sangue ed anche dita delle mani e dei piedi. L’antico rito successivo e pressoché universale della circoncisione derivò dal culto del sacrificio parziale; esso era semplicemente un sacrificio; nessuna idea d’igiene gli era collegata. Gli uomini furono circoncisi; alle donne furono forate le orecchie.
Successivamente divenne usanza legare delle dita insieme invece di tagliarle. La rasatura della testa ed il taglio dei capelli furono anch’essi forme di devozione religiosa. L’eunuco derivò inizialmente da una modificazione dell’idea del sacrificio umano. La foratura del naso e delle labbra è ancora praticata in Africa, ed il tatuaggio è un’evoluzione artistica della precedenti grossolane incisioni sulla pelle.
L’usanza del sacrificio fu infine associata, a seguito d’insegnamenti più elevati, all’idea del patto. Infine si concepì che gli dei facessero dei reali accordi con gli uomini; e questa fu una tappa importante nella stabilizzazione della religione. La legge, un patto, prese il posto della fortuna, della paura e della superstizione.
L’uomo non si sarebbe neppure sognato di stipulare un contratto con la Deità prima che il suo concetto di Dio non fosse progredito al livello in cui i controllori dell’universo fossero ritenuti degni di fiducia. L’idea primitiva dell’uomo su Dio era talmente antropomorfica che egli non fu capace di concepire una Deità affidabile prima di essere divenuto lui stesso relativamente affidabile, morale ed etico.
Ma l’idea di fare un patto con gli dei finì per farsi strada. L’uomo evoluzionario acquisì finalmente una tale dignità morale da osare contrattare con i suoi dei. E così l’attività di offrire sacrifici si trasformò gradualmente nel gioco di mercanteggiamento filosofico dell’uomo con Dio. Tutto ciò rappresentava un nuovo espediente per assicurarsi contro la cattiva sorte, o piuttosto una tecnica migliore per l’acquisizione più certa della prosperità. Non nutrite l’idea errata che questi sacrifici primitivi fossero dei doni gratuiti agli dei, un’offerta spontanea di gratitudine o di ringraziamento; essi non erano espressioni di vera adorazione.
Le forme primitive di preghiera non erano né più né meno che mercanteggiamenti con gli spiriti, una trattativa con gli dei. Erano una specie di baratto nel quale la perorazione e la persuasione erano sostituite a qualcosa di più tangibile e costoso. Lo sviluppo del commercio tra le razze aveva inculcato lo spirito dello scambio ed aveva sviluppato la scaltrezza del baratto; ed ora queste caratteristiche cominciarono ad apparire nei metodi di culto dell’uomo. Come certi uomini erano commercianti migliori di altri, così certi furono considerati pregatori migliori di altri. La preghiera di un uomo giusto era tenuta in alta considerazione. Un uomo giusto era colui che aveva pagato tutti i suoi debiti agli spiriti, che aveva pienamente adempiuto tutti i suoi obblighi rituali verso gli dei.
La preghiera primitiva non era affatto un’adorazione; era una richiesta mediante mercanteggiamento per la salute, la ricchezza e la vita. E sotto molti aspetti le preghiere non sono molto cambiate con il trascorrere delle ere. Sono ancora lette ad alta voce dai libri, recitate ufficialmente e trascritte per essere poste su ruote e per essere appese agli alberi, dove il soffiare dei venti eviterà agli uomini il fastidio di spendere il loro fiato.