Può darsi che l’istinto della maternità abbia condotto la donna al matrimonio, ma fu la forza superiore dell’uomo, unita all’influenza dei costumi, che la obbligò praticamente a rimanere nello stato coniugale. La vita pastorale ebbe tendenza a creare un nuovo sistema di costumi, il tipo patriarcale di vita familiare; e la base dell’unità familiare sotto i costumi dell’allevamento e dell’agricoltura primitiva era l’autorità indiscussa ed arbitraria del padre. Tutta la società, sia nazionale che familiare, passò per lo stadio dell’autorità autocratica di ordine patriarcale.
La scarsa gentilezza usata verso le donne durante l’era dell’Antico Testamento è un vero riflesso dei costumi dei mandriani. I patriarchi ebrei erano tutti mandriani, com’è testimoniato dalla frase: “Il Signore è il mio Pastore.”
Ma non era tanto l’uomo da biasimare per la sua bassa stima della donna durante le ere passate, quanto la donna stessa. Essa non riuscì ad ottenere il riconoscimento sociale nel corso dei tempi primitivi perché in caso di necessità non agiva; non era un’eroina spettacolare o da momenti di crisi. La maternità era un netto svantaggio nella lotta per l’esistenza; l’amore materno condizionava le donne nella difesa della tribù.
Le donne primitive crearono involontariamente anche la loro dipendenza dal maschio con la loro ammirazione ed il loro plauso per la sua combattività e virilità. Questa esaltazione del guerriero elevò l’ego maschile, mentre depresse altrettanto quello della femmina e la rese più dipendente; un’uniforme militare suscita potentemente ancor oggi le emozioni femminili.
Tra le razze più evolute le donne non sono così importanti e forti quanto gli uomini. La donna, essendo più debole, divenne perciò più avveduta; imparò presto a profittare della sua attrattiva sessuale. Essa divenne più accorta e conservatrice dell’uomo, benché un po’ meno profonda. L’uomo era superiore alla donna sul campo di battaglia e nella caccia, ma in famiglia la donna ha generalmente superato in strategia anche il più primitivo degli uomini.
I pastori contavano sulle loro mandrie per sostentarsi, ma durante queste ere pastorali la donna doveva ancora provvedere al cibo vegetale. L’uomo primitivo rifuggiva dal lavoro della terra, che era troppo pacifico, troppo privo di avventure. Esisteva anche un’antica superstizione secondo la quale le donne facevano crescere meglio le piante; esse erano delle madri. In molte tribù arretrate di oggi gli uomini cuociono la carne, le donne le verdure, e quando le tribù primitive dell’Australia sono in marcia, le donne non attaccano mai la selvaggina, mentre un uomo non si fermerebbe mai ad estrarre una radice.
La donna ha sempre dovuto lavorare; almeno fino ai tempi moderni la femmina è stata una vera produttrice. L’uomo ha scelto di solito la via più facile e questa disuguaglianza è esistita per tutta la storia della razza umana. La donna è sempre stata la portatrice di fardelli, trasportando i beni della famiglia ed occupandosi dei figli, lasciando così le mani libere all’uomo per battersi o per cacciare.
La prima liberazione della donna giunse quando l’uomo acconsentì a lavorare la terra, accettò di fare ciò che era stato fino ad allora considerato il lavoro della donna. Fu un grande passo avanti quando i prigionieri maschi non furono più uccisi ma tenuti schiavi come agricoltori. Ciò portò alla liberazione della donna in modo che poté dedicare più tempo alla cura della famiglia e all’educazione dei figli.
L’approvvigionamento di latte per i piccoli permise lo svezzamento precoce dei bambini e consentì alle madri di avere più figli, esentandole così dai loro periodi d’infecondità temporanea, mentre l’impiego del latte di mucca e del latte di capra ridusse considerevolmente la mortalità infantile. Prima dello stadio sociale dell’allevamento le madri avevano l’abitudine di allattare i loro bambini fino all’età di quattro o cinque anni.
La diminuzione delle guerre primitive ridusse grandemente la disparità nella divisione del lavoro basata sul sesso. Ma il vero lavoro spettava ancora alle donne mentre gli uomini svolgevano compiti di sentinella. Nessun accampamento o villaggio poteva essere lasciato indifeso di giorno o di notte, ma anche questo compito fu alleggerito dall’addomesticamento del cane. In generale la comparsa dell’agricoltura ha innalzato il prestigio e la condizione sociale della donna; questo fu almeno vero fino al momento in cui l’uomo divenne lui stesso agricoltore. Ed appena l’uomo si dedicò lui stesso alla coltivazione della terra, né seguì immediatamente un grande miglioramento nei metodi agricoli, che proseguì nel corso delle generazioni successive. Nella caccia ed in guerra l’uomo aveva appreso il valore dell’organizzazione ed introdusse queste tecniche nell’industria e più tardi, quando si caricò di molti lavori svolti in precedenza dalla donna, migliorò grandemente i suoi metodi di lavoro approssimativi.