La cerimonia del matrimonio nacque dal fatto che il matrimonio era originariamente una questione della comunità, non soltanto il punto culminante di una decisione di due individui. L’accoppiamento interessava il gruppo pur restando una funzione personale.
La magia, i rituali e le cerimonie circondavano l’intera vita degli antichi, ed il matrimonio non faceva eccezione. Via via che la civiltà progredì, e che il matrimonio venne considerato più seriamente, la cerimonia dello sposalizio divenne sempre più pretenziosa. Il matrimonio primitivo era un fatto importante negli interessi della proprietà, come lo è anche oggi, e perciò richiedeva una cerimonia legale, mentre lo status sociale dei figli susseguenti esigeva la maggiore pubblicità possibile. L’uomo primitivo non aveva archivi; la cerimonia del matrimonio doveva quindi essere fatta alla presenza di numerosi testimoni.
All’inizio la cerimonia del matrimonio aveva più il carattere di un fidanzamento e consisteva soltanto nella notificazione pubblica dell’intenzione di vivere insieme; più avanti consisté in un pasto ufficiale consumato insieme. In certe tribù i genitori si limitavano a portare la loro figlia al marito; in altri casi la sola cerimonia era lo scambio formale di doni, dopodiché il padre della sposa la presentava allo sposo. Presso molti popoli levantini era usanza dispensarsi da ogni formalità; il matrimonio veniva consumato mediante rapporti sessuali. L’uomo rosso fu il primo a sviluppare la celebrazione più elaborata del matrimonio.
L’assenza di figli era assai temuta, e poiché la sterilità era attribuita a macchinazioni degli spiriti, gli sforzi per assicurare la fecondità portarono anche ad associare il matrimonio a certi rituali magici o religiosi. Ed in questo sforzo per garantire un matrimonio felice e fecondo, venivano impiegati numerosi amuleti; si consultavano anche gli astrologi per accertare gli astri propizi alla nascita delle parti contraenti. In una certa epoca i sacrifici umani fecero regolarmente parte di tutti i matrimoni tra persone facoltose.
Furono individuati dei giorni fortunati, con il giovedì considerato come il più favorevole, ed i matrimoni celebrati con la luna piena erano ritenuti eccezionalmente fortunati. Divenne usanza di molti popoli del Vicino Oriente gettare del frumento sui novelli sposi; questo era un rito magico che si riteneva assicurasse la fecondità. Certi popoli orientali utilizzavano del riso per questo scopo.
Il fuoco e l’acqua furono sempre considerati i mezzi migliori per resistere ai fantasmi e agli spiriti malvagi; di conseguenza nei matrimoni erano generalmente in evidenza i fuochi sull’altare e le candele accese, come pure le aspersioni battesimali di acqua benedetta. Per lungo tempo fu consuetudine fissare una falsa data di matrimonio e poi rimandare improvvisamente l’avvenimento al fine di far perdere le tracce ai fantasmi e agli spiriti.
Le burle ai novelli sposi e gli scherzi giocati alle coppie in luna di miele sono tutti sopravvivenze di quei tempi molto lontani in cui si credeva fosse meglio sembrare infelici ed imbarazzati agli occhi degli spiriti per evitare di suscitare la loro invidia. Portare il velo da parte della sposa è un residuo dei tempi in cui si riteneva necessario celare la sposa affinché i fantasmi non potessero riconoscerla ed anche per nascondere la sua bellezza agli sguardi degli spiriti altrimenti gelosi ed invidiosi. I piedi della sposa non dovevano mai toccare il suolo poco prima della cerimonia. Anche nel ventesimo secolo è ancora abitudine sotto i costumi cristiani stendere dei tappeti dal punto d’arrivo della vettura all’altare della chiesa.
Una delle più antiche forme di cerimonia matrimoniale consisteva nel far benedire il letto coniugale da un sacerdote per assicurare la fecondità dell’unione; ciò fu praticato a lungo prima dell’istituzione di un rituale matrimoniale ufficiale. Durante questo periodo nell’evoluzione dei costumi matrimoniali, gli invitati alle nozze dovevano sfilare di notte attraverso la camera da letto, divenendo così testimoni legali della consumazione del matrimonio.
Il fattore del caso, che malgrado tutte le prove prematrimoniali faceva fallire certi matrimoni, portò l’uomo primitivo a cercare una forma di garanzia contro i fallimenti matrimoniali; lo indusse a rivolgersi ai sacerdoti e alla magia. E questo movimento culminò direttamente nei matrimoni moderni in chiesa. Ma per lungo tempo il matrimonio fu generalmente riconosciuto come consistente nelle decisioni dei genitori che lo contrattavano—e più tardi della coppia—mentre negli ultimi cinquecento anni la Chiesa e lo Stato ne hanno assunto la giurisdizione e pretendono ora di ratificare il matrimonio.