Ci volle quasi un anno intero alla carovana di Adamo per raggiungere il fiume Eufrate. Trovandolo in piena, essi rimasero accampati per quasi sei settimane nelle pianure occidentali prima di attraversarlo per entrare nella regione situata tra i fiumi, che sarebbe divenuta il secondo giardino.
Quando giunse notizia agli abitanti della regione del secondo giardino che il re ed il gran sacerdote del Giardino di Eden stavano marciando verso di loro, erano fuggiti in fretta verso le montagne ad oriente. Quando Adamo arrivò, trovò che tutto il territorio desiderato era stato evacuato. E qui, in questo nuovo posto, Adamo ed i suoi aiutanti si misero al lavoro per costruire nuove dimore e stabilire un nuovo centro di cultura e di religione.
Adamo sapeva che questo luogo era uno dei tre selezionati in origine dal comitato incaricato di scegliere delle posizioni possibili per il Giardino progettato da Van e da Amadon. I due fiumi stessi erano una buona difesa naturale in quell’epoca, e poco a nord del secondo giardino l’Eufrate e il Tigri si avvicinavano molto, in modo che bastava costruire una muraglia di difesa di novanta chilometri per proteggere a sud il territorio tra i fiumi.
Dopo l’installazione nel nuovo Eden divenne necessario adottare metodi di vita rudimentali; sembrava veramente che la terra fosse stata maledetta. La natura stava nuovamente seguendo il suo corso. Ora gli Adamiti erano costretti a ricavare a stento di che vivere da un terreno non coltivato e ad affrontare le realtà della vita di fronte alle ostilità e alle incompatibilità naturali dell’esistenza umana. Essi avevano trovato il primo giardino parzialmente preparato per loro, ma il secondo doveva essere creato con il lavoro delle loro stesse mani e con il “sudore della loro fronte”.