Quella notte, la notte che seguì il sesto giorno, mentre Adamo ed Eva dormivano, stavano accadendo strane cose in prossimità del tempio del Padre nel settore centrale di Eden. Là, sotto i raggi della dolce luna, centinaia di uomini e di donne entusiasti ed eccitati ascoltarono per ore le dichiarazioni appassionate dei loro capi. Essi erano bene intenzionati, ma non riuscivano assolutamente a comprendere la semplicità delle maniere fraterne e democratiche dei loro nuovi sovrani. E molto prima dell’alba i nuovi amministratori temporanei degli affari del mondo giunsero alla conclusione praticamente unanime che Adamo e la sua compagna erano troppo semplici e modesti. Essi conclusero che una Divinità era discesa sulla terra in forma corporale, che Adamo ed Eva erano in realtà degli dei o così vicini ad una tale condizione da essere meritevoli di un culto riverente.
Gli stupefacenti avvenimenti dei primi sei giorni di Adamo ed Eva sulla terra oltrepassavano completamente la capacità di comprensione delle menti impreparate persino degli stessi uomini migliori di Urantia; le loro teste erano frastornate. Essi furono tentati dal proposito di condurre la nobile coppia al tempio del Padre, a mezzogiorno, affinché tutti potessero inchinarsi in deferente adorazione e prostrarsi in umile sottomissione. E gli abitanti del Giardino erano veramente sinceri in tutto questo.
Van protestò. Amadon era assente, essendo a capo della guardia d’onore che era rimasta con Adamo ed Eva per tutta la notte. Ma la protesta di Van fu respinta. Gli fu detto che anche lui era troppo modesto, troppo umile; che non era lontano dall’essere un dio anche lui, altrimenti come avrebbe potuto vivere così a lungo sulla terra e come avrebbe potuto determinare un avvenimento così grande come la venuta di Adamo? E mentre gli Edeniti eccitati stavano per prenderlo e portarlo sul monte per adorarlo, Van si aprì un varco tra la folla e, essendo in grado di comunicare con gli intermedi, mandò il loro capo in gran fretta da Adamo.
Era quasi l’alba del loro settimo giorno sulla terra quando Adamo ed Eva appresero la sorprendente notizia del proposito di questi mortali bene intenzionati ma sviati. Ed allora, mentre gli uccelli trasportatori ancora si affrettavano per prelevarli e portarli al tempio, gli intermedi, avendo la capacità di fare tali cose, trasportarono Adamo ed Eva al tempio del Padre. Erano le prime ore del mattino di questo settimo giorno, e dal poggio sul quale erano stati così recentemente accolti Adamo fece un’esposizione degli ordini di filiazione divina e chiarì a queste menti terrene che soltanto il Padre e quelli che egli designa possono essere oggetto di culto. Adamo precisò che avrebbe accettato ogni onore e ricevuto ogni segno di rispetto, ma l’adorazione mai!
Questo fu un giorno memorabile, e poco prima di mezzogiorno, quasi al momento dell’arrivo del messaggero serafico che portava il riconoscimento di Jerusem dell’installazione dei sovrani planetari, Adamo ed Eva, allontanatisi dalla folla, indicarono il tempio del Padre e dissero: “Andate ora al simbolo materiale della presenza invisibile del Padre e prostratevi in adorazione di colui che ci ha tutti creati e che ci mantiene in vita. E che questo atto sia la promessa sincera che non sarete mai più tentati di adorare altri che Dio.” Essi fecero tutti come Adamo aveva ordinato. Il Figlio e la Figlia Materiali rimasero soli sul poggio a capo chino mentre il popolo si prostrava attorno al tempio.
Questa fu l’origine della tradizione del giorno del sabato. In Eden il settimo giorno fu sempre dedicato all’assemblea di mezzogiorno al tempio; persisté a lungo l’usanza di consacrare questo giorno alla propria cultura. Il mattino era dedicato al miglioramento fisico, le ore centrali al culto spirituale, il pomeriggio alla cultura della mente, mentre la sera veniva trascorsa in divertimenti sociali. Ciò non fu mai legge in Eden, ma rimase come costume per tutto il tempo in cui l’amministrazione adamica conservò il suo potere sulla terra.