Dopo che Andon e Fonta ebbero deciso di fuggire verso il nord, per qualche tempo soccombettero alle loro paure, specialmente alla paura di dispiacere al loro padre ed alla loro famiglia diretta. Essi considerarono l’eventualità di essere assaliti da parenti ostili e riconobbero così la possibilità di trovare la morte per mano dei membri della loro tribù già gelosi di loro. Mentre erano piccoli, i gemelli avevano trascorso la maggior parte del loro tempo in compagnia l’uno dell’altra e per questa ragione non erano mai stati troppo ben visti dai loro cugini animali della tribù dei Primati. Né aveva migliorato la loro situazione in seno alla tribù l’aver costruito sugli alberi una dimora separata e molto superiore.
E fu in questa nuova dimora sulla cima degli alberi, una notte in cui furono svegliati da un violento temporale e mentre si tenevano timorosamente e teneramente abbracciati, che presero la decisione ferma e definitiva di fuggire dall’habitat tribale e dalla dimora sugli alberi.
Essi avevano già preparato un rozzo rifugio sulla sommità di un albero a circa mezza giornata di cammino verso nord. Questo fu il loro nascondiglio segreto e sicuro per il primo giorno che passarono lontano dalla loro foresta natale. Nonostante che i gemelli condividessero la paura mortale dei Primati di rimanere al suolo durante la notte, si misero in viaggio verso nord poco prima del calare della notte. Sebbene necessitasse loro un coraggio eccezionale per intraprendere questo viaggio notturno, anche con la luna piena, essi pensarono giustamente che era meno probabile essere scoperti ed inseguiti dai membri della loro tribù e dai loro genitori; ed arrivarono sani e salvi al loro ricovero preparato in precedenza poco dopo mezzanotte.
Durante il loro viaggio verso nord essi scoprirono un deposito all’aperto di selce e, trovando molte pietre la cui forma era adatta a vari usi, ne fecero una provvista per il futuro. Tentando di tagliare queste selci perché fossero meglio utilizzabili per certi scopi, Andon scoprì la loro facoltà di produrre scintille e concepì l’idea di fare del fuoco. Ma l’idea non fece al momento molta presa su di lui poiché il clima era ancora mite e c’era poco bisogno di fuoco.
Ma il sole d’autunno scendeva sempre più basso nel cielo e via via che avanzavano verso nord le notti diventavano sempre più fredde. Essi erano già stati costretti ad usare le pelli d’animale per scaldarsi. Prima che fosse trascorsa una luna dalla loro partenza da casa, Andon disse alla sua compagna che credeva di poter fare del fuoco con la selce. Essi tentarono per due mesi di utilizzare la scintilla della selce per accendere un fuoco, ma senza riuscirvi. Ogni giorno questa coppia sfregava le selci e tentava di appiccare il fuoco al legno. Finalmente, una sera verso il tramonto, il segreto della tecnica fu scoperto quando Fonta ebbe l’idea di arrampicarsi su un albero vicino per prendere un nido d’uccelli abbandonato. Il nido era secco e molto infiammabile e di conseguenza prese immediatamente fuoco appena una scintilla l’ebbe raggiunto. Essi rimasero così sorpresi e sbigottiti del loro successo che quasi lasciavano spegnere il fuoco; lo salvarono però, aggiungendovi del combustibile appropriato, dando inizio allora alla prima ricerca di legna da ardere da parte dei genitori di tutta l’umanità.
Questo fu uno dei momenti più felici della loro breve ma movimentata vita. Per tutta la notte essi rimasero seduti ad osservare il fuoco che bruciava, comprendendo vagamente che avevano fatto una scoperta che avrebbe permesso loro di sfidare il clima e di essere così per sempre indipendenti dai loro parenti animali delle regioni meridionali. Dopo tre giorni trascorsi a riposare e a godersi il fuoco, essi proseguirono il loro viaggio.
Gli antenati Primati di Andon avevano spesso alimentato il fuoco che era stato acceso da fulmini, ma fino ad allora le creature terrestri non avevano mai posseduto un metodo per accendere il fuoco a volontà. Tuttavia ci volle molto tempo prima che i gemelli imparassero che il muschio secco ed altri materiali avrebbero attizzato il fuoco quanto i nidi di uccelli.