La deriva dei continenti continuava. Il nucleo terrestre era divenuto denso e rigido come l’acciaio, essendo sottoposto ad una pressione di quasi 3.500 tonnellate per centimetro quadrato, e a causa dell’enorme pressione della gravità era ed è ancora molto caldo nelle sue profondità interne. La temperatura aumenta scendendo dalla superficie verso il basso fino a divenire, al centro della terra, di poco superiore alla temperatura della superficie del sole.
I milleseicento chilometri esterni della massa terrestre sono principalmente costituiti da differenti tipi di roccia. Al di sotto vi sono gli elementi metallici più densi e più pesanti. Durante le ere primitive preatmosferiche il mondo era quasi fluido nel suo stato di fusione e di riscaldamento intenso, al punto che i metalli più pesanti sprofondarono notevolmente verso l’interno. Quelli che si trovano oggi vicino alla superficie rappresentano l’essudato di antichi vulcani, di estese colate di lava successive e di depositi meteorici più recenti.
La crosta esterna aveva uno spessore di circa sessantacinque chilometri. Questo guscio esterno era sostenuto da un mare di basalto fuso di spessore variabile e riposava direttamente su di esso; si trattava di uno strato mobile di lava fusa mantenuta sotto forte pressione, ma sempre tendente a scorrere qua e là per equilibrare le variazioni della pressione planetaria ed a stabilizzare così la crosta terrestre.
Ancora oggi i continenti continuano a galleggiare su questo soffice mare non cristallizzato di basalto fuso. Se non fosse per questa condizione protettiva i terremoti più violenti ridurrebbero letteralmente il mondo in pezzi. I terremoti sono prodotti dallo slittamento e dallo spostamento della crosta esterna solida e non dai vulcani.
Gli strati di lava della crosta terrestre, una volta raffreddati, formano il granito. La densità media di Urantia è di poco superiore a cinque volte a mezzo quella dell’acqua; la densità del granito è inferiore di tre volte a quella dell’acqua. Il nucleo terrestre è dodici volte più denso dell’acqua.
I fondi marini sono più densi delle masse continentali, ed è questo che mantiene i continenti sopra l’acqua. Quando i fondi marini sono spinti sopra il livello del mare, si scopre che sono costituiti in larga parte di basalto, una forma di lava considerevolmente più pesante del granito delle masse continentali. Inoltre, se i continenti non fossero più leggeri del fondo degli oceani, la gravità farebbe sollevare i bordi degli oceani sopra la terra, ma tale fenomeno non si verifica.
Il peso degli oceani contribuisce anche ad aumentare la pressione sul fondo dei mari. I fondi oceanici più profondi ma comparativamente più pesanti, più il peso dell’acqua che li ricopre, si avvicinano al peso dei continenti, più elevati ma molto più leggeri. Ma tutti i continenti tendono a scivolare negli oceani. La pressione continentale al livello dei fondi oceanici è di circa 1.400 chilogrammi per centimetro quadrato. Questa sarebbe la pressione di una massa continentale alta 5.000 metri sul fondo dell’oceano. La pressione dell’acqua sul fondo dell’oceano è solo di 350 chilogrammi circa per centimetro quadrato. Queste pressioni differenti tendono a far scivolare i continenti verso il fondo degli oceani.
L’abbassamento del fondo dell’oceano durante le ere precedenti alla vita aveva innalzato una massa continentale solitaria ad un’altezza tale che la sua spinta laterale tendeva a far scivolare verso il basso i suoi bordi orientali, occidentali e meridionali sui letti sottostanti di lava semivischiosa nelle acque circostanti dell’Oceano Pacifico. Ciò compensò così perfettamente la pressione continentale che non si produsse una vasta spaccatura sulla riva orientale di questo antico continente asiatico, ma da allora quel litorale orientale è sospeso sul precipizio delle profondità oceaniche adiacenti, minacciando di scivolare in una tomba d’acqua.