Tra le molte ragioni a me note del perché Lucifero ed i suoi alleati non furono internati o giudicati più presto, mi è permesso esporre le seguenti:
1. La misericordia esige che ogni malfattore abbia tempo sufficiente in cui esprimere un atteggiamento deliberato e pienamente scelto riguardo ai suoi cattivi pensieri ed ai suoi atti peccaminosi.
2. La giustizia suprema è dominata da un amore di Padre; perciò la giustizia non distruggerà mai ciò che la misericordia può salvare. Il tempo per accettare la salvezza è concesso ad ogni malfattore.
3. Nessun padre affettuoso è mai precipitoso nel punire un membro della sua famiglia in errore. La pazienza non può funzionare indipendentemente dal tempo.
4. Benché una cattiva azione sia sempre deleteria per una famiglia, la saggezza e l’amore esortano i figli retti a tollerare un fratello che sbaglia durante il periodo concesso dal padre affettuoso perché il peccatore possa vedere l’errore della sua condotta ed abbracciare la salvezza.
5. Indipendentemente dall’atteggiamento di Micael verso Lucifero, nonostante egli fosse il Creatore-padre di Lucifero, non era nelle competenze del Figlio Creatore esercitare un potere di giudizio sommario sul Sovrano del Sistema apostata, perché egli non aveva ancora completato la sua carriera di conferimento con la quale avrebbe conseguito la sovranità incondizionata di Nebadon.
6. Gli Antichi dei Giorni avrebbero potuto annientare immediatamente questi ribelli, ma essi giustiziano raramente un malfattore senza averlo esaurientemente ascoltato. In questo caso essi rifiutarono di contravvenire alle decisioni di Micael.
7. È evidente che Emanuele consigliò a Micael di tenersi in disparte dai ribelli e di permettere alla ribellione di seguire il suo corso naturale di autodistruzione. E la saggezza dell’Unione dei Giorni è il riflesso nel tempo della saggezza unificata della Trinità del Paradiso.
8. Il Fedele dei Giorni su Edentia raccomandò ai Padri della Costellazione di lasciare mano libera ai ribelli affinché ogni simpatia per questi malfattori fosse estirpata più presto dal cuore di ogni cittadino presente e futuro di Norlatiadek—di ogni creatura mortale, morontiale o spirituale.
9. Su Jerusem il rappresentante personale dell’Esecutivo Supremo di Orvonton consigliò a Gabriele di offrire ad ogni creatura vivente la piena opportunità di maturare una scelta deliberata sugli argomenti contenuti nella Dichiarazione di Libertà di Lucifero. Dopo che furono sollevati i problemi della ribellione, il consigliere d’emergenza paradisiaco di Gabriele spiegò che, se questa piena e libera opportunità non fosse stata data a tutte le creature di Norlatiadek, allora la quarantena del Paradiso nei confronti di tali possibili creature esitanti o colpite dal dubbio sarebbe stata estesa per autoprotezione all’intera costellazione. Per lasciare aperte le porte dell’ascensione al Paradiso agli esseri di Norlatiadek, era necessario consentire il pieno sviluppo della ribellione ed assicurare la decisione completa dell’atteggiamento da parte di tutti gli esseri coinvolti in qualunque modo nella stessa.
10. La Divina Ministra di Salvington emise come terza proclamazione indipendente un mandato che ordinava che nulla fosse fatto per curare parzialmente, per sopprimere codardamente o nascondere in altro modo l’aspetto odioso dei ribelli e della ribellione. Le schiere angeliche ricevettero l’ordine di operare per la completa rivelazione e l’illimitata opportunità di manifestazione del peccato come tecnica più rapida per raggiungere la perfetta e definitiva guarigione della piaga del male e del peccato.
11. Fu organizzato su Jerusem un consiglio d’emergenza di ex mortali composto da Possenti Messaggeri, da mortali glorificati che avevano avuto esperienze personali di situazioni analoghe, e da loro colleghi. Essi avvisarono Gabriele che se si fosse ricorso a metodi di soppressione arbitrari o sommari, sarebbero stati portati fuori strada almeno il triplo di esseri. L’intero corpo dei consiglieri di Uversa fu d’accordo nel raccomandare a Gabriele di permettere alla ribellione di seguire il suo corso completo e naturale, anche se fosse stato necessario un milione di anni per eliminarne le conseguenze.
12. Il tempo, anche in un universo del tempo, è relativo. Se un mortale di Urantia con durata media di vita commettesse un crimine che precipitasse l’intero pianeta nel pandemonio, e fosse preso, giudicato e giustiziato entro due o tre giorni dal crimine, vi sembrerebbe questo un periodo lungo? Eppure, questa sarebbe la comparazione più affine in rapporto alla durata della vita di Lucifero, anche se il suo giudizio, cominciato adesso, non dovesse essere completato prima di centomila anni di Urantia. Il lasso di tempo relativo dal punto di vista di Uversa, dove la causa è pendente, può essere indicato dicendo che il crimine di Lucifero poteva essere portato in giudizio due secondi e mezzo dopo che era stato commesso. Dal punto di vista del Paradiso il giudizio è simultaneo all’avvenimento.
C’è un numero uguale di ragioni per non fermare arbitrariamente la ribellione di Lucifero che vi sarebbero parzialmente comprensibili, ma che non mi è permesso di esporre. Io posso informarvi che su Uversa noi insegniamo quarantotto ragioni per permettere al male di seguire l’intero corso del proprio fallimento morale e del proprio annientamento spirituale. Io non dubito che vi siano ancora altrettante ragioni da me non conosciute.