Allo scoppio della ribellione in Satania, Micael si consigliò con il suo fratello del Paradiso, Emanuele. Dopo questo colloquio fondamentale Micael annunciò che avrebbe proseguito la stessa politica che aveva caratterizzato il suo comportamento con simili sollevazioni nel passato, un atteggiamento di non interferenza.
All’epoca di questa ribellione e delle due precedenti non c’era alcuna autorità sovrana assoluta e personale nell’universo di Nebadon. Micael governava per diritto divino, come vicegerente del Padre Universale, ma non ancora per proprio diritto personale. Egli non aveva completato la sua carriera di conferimento; non era ancora stato investito di “ogni potere in cielo e sulla terra”.
Dallo scoppio della ribellione al giorno del suo insediamento sul trono come governante sovrano di Nebadon, Micael non interferì mai con le forze ribelli di Lucifero; esse furono lasciate proseguire liberamente per quasi duecentomila anni del tempo di Urantia. Cristo Micael possiede ora ampi poteri ed autorità per regolare prontamente, anche sommariamente, tali esplosioni di slealtà, ma noi dubitiamo che questa autorità sovrana lo indurrebbe ad agire diversamente se avvenisse un’altra sollevazione simile.
Poiché Micael scelse di rimanere in disparte dalla guerra effettiva nella ribellione di Lucifero, Gabriele riunì il suo gruppo personale su Edentia e, consigliatosi con gli Altissimi, decise di assumere il comando delle schiere fedeli di Satania. Micael rimase su Salvington mentre Gabriele andò su Jerusem, e insediatosi sulla sfera dedicata al Padre—lo stesso Padre Universale la cui personalità Lucifero e Satana avevano messo in dubbio—alla presenza delle schiere delle personalità leali riunite egli dispiegò la bandiera di Micael, l’emblema materiale del governo trinitario di tutta la creazione, i tre cerchi concentrici azzurro turchino su fondo bianco.
L’emblema di Lucifero era una bandiera bianca con un cerchio rosso, al centro del quale c’era un disco nero uniforme.
“Vi fu guerra in cielo; il comandante di Micael ed i suoi angeli combatterono contro il drago (Lucifero, Satana ed i principi apostati); e il drago ed i suoi angeli ribelli combatterono, ma non prevalsero.” Questa “guerra in cielo” non fu una battaglia fisica come un conflitto di tal genere può essere concepito su Urantia. Nei primi giorni della battaglia Lucifero parlò in continuazione nell’anfiteatro planetario. Gabriele condusse un’incessante denuncia delle sofisticherie dei ribelli dal suo quartier generale situato nelle vicinanze. Le varie personalità presenti sulla sfera che nutrivano dubbi sull’atteggiamento da prendere si spostavano da un dibattito all’altro fino a giungere ad una decisione finale.
Ma questa guerra in cielo fu veramente terribile e molto reale. Pur non mostrando alcuno degli atti barbarici così caratteristici della guerra fisica sui mondi immaturi, questo conflitto fu molto più implacabile. Nei combattimenti materiali è in pericolo la vita materiale, ma la guerra in cielo fu combattuta in termini di vita eterna.