Luce, calore, elettricità, magnetismo, chimica, energia e materia sono—per origine, natura e destino—un’unica e medesima cosa, assieme ad altre realtà materiali non ancora scoperte su Urantia.
Noi non comprendiamo interamente i cambiamenti quasi infiniti ai quali può essere soggetta l’energia fisica. In un universo essa appare come luce, in un altro come luce più calore, in un altro ancora sotto forme d’energia sconosciute su Urantia. In un numero incalcolabile di milioni di anni essa può riapparire sotto qualche forma d’energia elettrica o di potere magnetico perturbati e agitati. Più tardi ancora può ricomparire in un successivo universo sotto qualche forma di materia variabile che passa per una serie di metamorfosi, seguite dalla sua scomparsa fisica esteriore in qualche grande cataclisma dei regni. E poi, dopo numerosissime ere ed un vagabondaggio quasi senza fine attraverso un numero indefinito di universi, questa stessa energia può ancora riemergere e cambiare molte volte di forma e di potenziale. E queste trasformazioni continuano così durante le ere successive ed in innumerevoli regni. In tal modo la materia prosegue, subendo le trasmutazioni del tempo ma girando sempre fedelmente sul cerchio dell’eternità. Anche se le è impedito a lungo di ritornare alla sua sorgente, essa le risponde per sempre e procede sempre sul sentiero stabilito dalla Personalità Infinita che l’ha emessa.
I centri di potere ed i loro associati sono molto occupati nel lavoro di trasmutazione degli ultimatoni nei circuiti e nelle rivoluzioni degli elettroni. Questi esseri straordinari controllano e combinano il potere manipolando abilmente le unità di base dell’energia materializzata, gli ultimatoni. Essi sono i maestri dell’energia che circola in questo stato primitivo. In collegamento con i controllori fisici essi sono capaci di controllare e di dirigere efficacemente l’energia anche dopo la sua trasmutazione al livello elettrico, il cosiddetto stadio elettronico. Ma il loro campo d’azione è considerevolmente ristretto quando l’energia organizzata elettronicamente ruota nei vortici dei sistemi atomici. Dopo tale materializzazione queste energie cadono sotto il dominio completo del potere d’attrazione della gravità lineare.
La gravità agisce positivamente sulle linee di potere e sui canali d’energia dei centri di potere e dei controllori fisici, ma questi esseri hanno solo un rapporto negativo con la gravità—l’esercizio delle loro facoltà antigravitazionali.
In tutto lo spazio il freddo ed altre influenze sono all’opera per organizzare creativamente gli ultimatoni in elettroni. Il calore è la misura dell’attività elettronica, mentre il freddo significa semplicemente assenza di calore—riposo relativo dell’energia—lo status del carico di forza universale dello spazio, ammesso che né l’energia emergente né la materia organizzata siano presenti e responsivi alla gravità.
La presenza e l’azione della gravità sono quelle che impediscono la comparsa dello zero teorico assoluto, perché lo spazio interstellare non ha la temperatura dello zero assoluto. In tutto lo spazio organizzato vi sono correnti d’energia che rispondono alla gravità, circuiti di potere ed attività ultimatoniche, come pure energie elettroniche organizzatrici. Praticamente parlando, lo spazio non è vuoto. Anche l’atmosfera di Urantia si rarefà sempre di più fino all’altezza di circa cinquemila chilometri, dove comincia a sfumare nella materia spaziale media di questa sezione dell’universo. In Nebadon, lo spazio che più si avvicina al vuoto contiene circa cento ultimatoni—l’equivalente di un elettrone—per ogni sedici centimetri cubici. Tale rarefazione della materia è considerata come spazio praticamente vuoto.
La temperatura—caldo e freddo—è secondaria solo alla gravità nei regni di evoluzione dell’energia e della materia. Gli ultimatoni obbediscono docilmente alle temperature estreme. Le basse temperature favoriscono certe forme di struttura elettronica e di assemblaggio atomico, mentre le alte temperature facilitano ogni sorta di demolizione degli atomi e di disintegrazione della materia.
Quando sono sottoposte al calore e alla pressione di certi stati solari interni, tutte le associazioni di materia, salvo le più primitive, possono essere sciolte. Il calore può così vincere largamente la stabilità gravitazionale. Ma nessun calore o pressione solare conosciuta può riconvertire degli ultimatoni in energia possente.
I soli ardenti possono trasformare la materia in varie forme d’energia, ma i mondi oscuri e tutto lo spazio esterno possono rallentare l’attività elettronica ed ultimatonica al punto da convertire queste energie nella materia dei regni. Certe associazioni elettroniche di natura stretta, come pure molte associazioni basilari di materia nucleare, si formano nelle temperature eccessivamente basse dello spazio libero e sono ulteriormente accresciute dall’associazione con abbondanti aggiunte di energia materializzante.
In tutte queste metamorfosi senza fine dell’energia e della materia dobbiamo tenere conto dell’influenza della pressione gravitazionale e del comportamento antigravitazionale delle energie ultimatoniche in certe condizioni di temperatura, di velocità e di rivoluzione. La temperatura, le correnti d’energia, la distanza e la presenza degli organizzatori di forza viventi e dei direttori di potere hanno influenza anche su tutti i fenomeni di trasmutazione dell’energia e della materia.
L’accrescimento della massa nella materia è uguale all’accrescimento dell’energia diviso per il quadrato della velocità della luce. In senso dinamico il lavoro che può compiere la materia in stato di riposo è uguale all’energia spesa per riunire i suoi elementi dal Paradiso, meno la resistenza delle forze da vincere durante il transito e l’attrazione esercitata dai componenti della materia l’uno sull’altro.
L’esistenza di forme preelettroniche di materia è indicata dai due pesi atomici del piombo. Il piombo di formazione originaria pesa poco più di quello prodotto dalla disintegrazione dell’uranio per mezzo di emanazioni di radio; e questa differenza di peso atomico rappresenta la perdita effettiva di energia nella disintegrazione dell’atomo.
L’integrità relativa della materia è assicurata dal fatto che l’energia può essere assorbita od emessa solamente in quelle quantità esatte che gli scienziati di Urantia hanno chiamato quanta. Questa saggia disposizione nei regni materiali serve a mantenere gli universi come unità funzionanti.
La quantità d’energia assorbita o liberata quando cambia la posizione degli elettroni o di altri elementi è sempre un “quantum” o un multiplo di esso, ma il comportamento vibratorio od ondulatorio di tali unità d’energia è interamente determinato dalle dimensioni delle strutture materiali interessate. Queste onde d’energia ondulatoria hanno 860 volte il diametro degli ultimatoni, degli elettroni, degli atomi o di altre unità che così agiscono. L’interminabile confusione che accompagna l’osservazione della meccanica ondulatoria del comportamento del quantum è dovuta alla sovrapposizione delle onde d’energia: due creste possono combinarsi per formare una cresta di altezza doppia, mentre una cresta ed un avvallamento possono combinarsi per annullarsi reciprocamente.