Con altruismo divino, con generosità totale, il Padre Universale cede autorità e delega potere, ma rimane primario. La sua mano è posta sulla potente leva delle circostanze dei regni universali. Egli si è riservato tutte le decisioni finali e maneggia in modo infallibile l’onnipotente scettro del veto del suo proposito eterno con autorità indiscutibile sul benessere e il destino dell’immensa creazione che ruota su orbite perenni.
La sovranità di Dio è illimitata; essa è il fatto fondamentale di tutta la creazione. L’universo non era inevitabile. L’universo non è un accidente, né è autoesistente. L’universo è un’opera di creazione ed è quindi interamente subordinato alla volontà del Creatore. La volontà di Dio è verità divina, amore vivente; perciò le creazioni in corso di perfezionamento degli universi evoluzionari sono caratterizzate dalla bontà—la prossimità alla divinità; e dal male potenziale—la lontananza dalla divinità.
Tutte le filosofie religiose arrivano presto o tardi al concetto di un governo universale unificato, di un solo Dio. Le cause universali non possono essere inferiori agli effetti universali. La sorgente delle correnti della vita universale e della mente cosmica deve essere al di sopra dei livelli della loro manifestazione. La mente umana non può essere coerentemente spiegata in termini di ordini d’esistenza inferiori. La mente dell’uomo può essere veramente compresa solo riconoscendo la realtà di ordini più elevati di pensiero e di volontà avente un fine. L’uomo, in quanto essere morale, non è spiegabile se non si riconosce la realtà del Padre Universale.
Il filosofo meccanicista professa di respingere l’idea di una volontà universale e sovrana, la stessa volontà sovrana la cui attività nell’elaborazione delle leggi universali egli riverisce così profondamente. Quale omaggio involontario il meccanicista rende al Creatore delle leggi quando concepisce che tali leggi agiscono e si spiegano da se stesse!
È un grande errore umanizzare Dio, salvo che nel concetto degli Aggiustatori di Pensiero interiori, ma anche ciò non è così sciocco quanto meccanizzare completamente l’idea della Prima Grande Sorgente e Centro.
Il Padre del Paradiso soffre? Io non lo so. È del tutto certo che i Figli Creatori possono soffrire e talvolta soffrono, proprio come i mortali. Il Figlio Eterno e lo Spirito Infinito soffrono in senso diverso. Io penso che il Padre Universale soffra, ma non arrivo a capire come; forse mediante il circuito della personalità o l’individualità degli Aggiustatori di Pensiero e di altri conferimenti della sua natura eterna. Egli ha detto delle razze mortali: “In tutte le vostre afflizioni io sono afflitto.” Egli prova indubbiamente una comprensione paterna ed affettuosa; può veramente soffrire, ma io non comprendo la natura di tale sofferenza.
Il Sovrano eterno ed infinito dell’universo degli universi è potere, forma, energia, processo, archetipo, principio, presenza e realtà idealizzata. Ma egli è più di questo. È personale, esercita una volontà sovrana, ha coscienza della propria divinità, esegue gli ordini di una mente creatrice, persegue la soddisfazione di realizzare un proposito eterno e manifesta un amore ed un affetto di Padre ai suoi figli dell’universo. E tutti questi tratti più personali del Padre possono essere meglio compresi osservandoli come sono stati rivelati nella vita di conferimento di Micael, il vostro Figlio Creatore, mentre era incarnato su Urantia.
Dio il Padre ama gli uomini; Dio il Figlio serve gli uomini; Dio lo Spirito ispira i figli dell’universo all’avventura sempre ascendente di trovare Dio il Padre, per le vie stabilite da Dio i Figli e per mezzo del ministero della grazia di Dio lo Spirito.
[Quale Consigliere Divino incaricato di presentare la rivelazione del Padre Universale, ho proseguito con questa esposizione degli attributi della Deità.]
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