La maggior parte della massa contenuta nei soli e nei pianeti di un superuniverso ha origine dalle ruote nebulari; una parte minima della massa dei superuniversi è organizzata dall’azione diretta dei direttori di potere (come nella costruzione delle sfere architettoniche), sebbene una quantità costantemente variabile di materia abbia origine nello spazio aperto.
Per quanto concerne la loro origine, la maggior parte dei soli, dei pianeti e di altre sfere possono essere classificati in uno dei dieci gruppi seguenti:
1. Anelli concentrici di contrazione. Non tutte le nebulose sono a spirale. Molte immense nebulose, invece di scindersi in un doppio sistema di stelle o di evolversi a spirale, subiscono una condensazione con formazione di anelli multipli. Per lunghi periodi queste nebulose sembrano enormi soli centrali circondati da numerose nuvole gigantesche aventi l’aspetto di formazioni di materia circolari, a forma di anello.
2. Le stelle roteanti comprendono i soli proiettati fuori delle grandi ruote madri di gas ad alta temperatura. Esse non vengono emesse sotto forma di anelli ma in processioni destrorse e sinistrorse. Vi sono anche stelle roteanti originate da nebulose non a spirale.
3. Pianeti da esplosione gravitazionale. Quando un sole è nato da una nebulosa a spirale o sbarrata, non di rado viene scagliato a considerevole distanza. Un tale sole è altamente gassoso, e successivamente, dopo essersi un po’ raffreddato e condensato, può accadere che passi vicino ad una massa enorme di materia, ad un sole gigantesco o ad un’isola oscura dello spazio. Questo avvicinamento può non essere sufficiente a provocare una collisione, ma è tuttavia sufficiente per consentire all’attrazione di gravità del corpo più grande, di provocare delle convulsioni cicliche nel più piccolo, dando così origine ad una serie di sollevamenti ricorrenti che si verificano simultaneamente sulle due facce opposte del sole in convulsione. Al loro culmine queste eruzioni esplosive producono una serie di aggregazioni di materia di varie dimensioni che possono essere proiettate al di là della zona di recupero gravitazionale del sole in eruzione, stabilizzandosi così su orbite proprie attorno ad uno dei due corpi coinvolti in questo episodio. In seguito gli aggregati di materia più grandi si uniscono ed attraggono gradualmente i corpi più piccoli. In tal modo vengono portati all’esistenza molti dei pianeti solidi dei sistemi più piccoli. Il vostro stesso sistema solare ha avuto proprio una tale origine.
4. Figlie planetarie centrifughe. Gli enormi soli, quando sono a certi stadi di sviluppo e se la loro velocità di rotazione aumenta considerevolmente, cominciano a liberare grandi quantità di materia che possono successivamente riunirsi per formare dei piccoli mondi che continuano a girare attorno al sole che li ha originati.
5. Sfere con insufficiente gravità. C’è un limite critico alla dimensione delle singole stelle. Quando un sole raggiunge questo limite, se la sua velocità di rotazione non rallenta, è condannato a scindersi; avviene la scissione del sole e nasce una nuova stella doppia di questa varietà. Successivamente possono formarsi numerosi piccoli pianeti come sottoprodotto di questa gigantesca disgregazione.
6. Stelle da contrazione. Nei sistemi più piccoli il pianeta esterno più grande talvolta attira a sé i mondi vicini, mentre i pianeti vicini al sole cominciano il loro tuffo terminale. Nel vostro sistema solare un tale risultato significherebbe che i quattro pianeti interni sarebbero assorbiti dal sole, mentre il pianeta maggiore, Giove, risulterebbe grandemente accresciuto dalla cattura dei mondi restanti. Una simile fine di un sistema solare porterebbe alla produzione di due soli adiacenti ma disuguali, un tipo di formazione di stella doppia. Queste catastrofi sono rare, eccetto che ai margini delle aggregazioni stellari dei superuniversi.
7. Sfere da accumulo. Dall’enorme quantità di materia circolante nello spazio possono formarsi lentamente dei piccoli pianeti. Essi s’ingrandiscono per apporti meteorici e per collisioni minori. In certi settori dello spazio le condizioni favoriscono queste forme di nascita planetaria. Molti mondi abitati hanno avuto una tale origine.
Alcune delle dense isole oscure sono il risultato diretto degli accumuli di energia trasmutante nello spazio. Un altro gruppo di queste isole oscure è venuto all’esistenza per l’accumulazione di enormi quantità di materia fredda, di semplici frammenti e di meteore, circolanti nello spazio. Queste aggregazioni di materia non sono mai state calde e, a parte la densità, la loro composizione è molto simile a quella di Urantia.
8. Soli consumati. Alcune delle isole oscure dello spazio sono dei soli isolati consumati che hanno emesso tutta l’energia spaziale disponibile. Queste unità organizzate di materia si avvicinano alla condensazione totale, al consolidamento praticamente completo. E ci vogliono ere su ere a queste enormi masse di materia altamente condensata per essere ricaricate nei circuiti dello spazio ed essere così preparate per nuovi cicli di funzione nell’universo a seguito di una collisione o di qualche altro avvenimento cosmico egualmente rivivificante.
9. Sfere da collisione. Nelle regioni in cui i raggruppamenti sono più fitti, le collisioni non sono rare. Un tale raggiustamento astronomico è accompagnato da formidabili modificazioni di energia e trasmutazioni di materia. Le collisioni che coinvolgono soli spenti hanno un’influenza peculiare nella creazione di fluttuazioni d’energia molto estese. Frammenti derivanti da collisioni costituiscono spesso i nuclei materiali per la successiva formazione di corpi planetari adatti all’abitazione di mortali.
10. Mondi architettonici. Sono i mondi che vengono costruiti secondo dei piani e delle specificazioni per uno scopo particolare, come Salvington, capitale del vostro universo locale, ed Uversa, sede del governo del nostro superuniverso.
Vi sono numerose altre tecniche per far evolvere dei soli e separare dei pianeti, ma i procedimenti citati rappresentano i metodi con i quali la grande maggioranza dei sistemi stellari e delle famiglie planetarie è portata all’esistenza. Se volessimo descrivere tutte le varie tecniche implicate nella metamorfosi stellare e nell’evoluzione planetaria, dovremmo esporre quasi cento modi differenti di formazione dei soli e di origine dei pianeti. Via via che i vostri astronomi esploreranno i cieli, osserveranno dei fenomeni indicativi di tutti questi modi di evoluzione stellare, ma raramente scopriranno la prova della formazione di quei piccoli ammassi non luminosi di materia che servono da pianeti abitati, i più importanti delle vaste creazioni materiali.