Il cosiddetto “Sermone della Montagna” non è il vangelo di Gesù. Esso contiene numerose istruzioni utili, ma erano le raccomandazioni di Gesù in occasione dell’ordinazione dei dodici apostoli. Era il conferimento dell’incarico personale del Maestro a coloro che stavano per andare a predicare il vangelo e che aspiravano a rappresentarlo nel mondo degli uomini, come lui rappresentava così eloquentemente e perfettamente suo Padre.
“Voi siete il sale della terra, un sale con un sapore di salvezza. Ma se questo sale ha perso il suo sapore, con che cosa si salerà? Esso non serve ormai più a nulla se non per essere gettato via e calpestato dai piedi degli uomini.”
Al tempo di Gesù il sale era prezioso. Esso era utilizzato anche come moneta. La parola moderna “salario” deriva da sale. Il sale non solo dà sapore al cibo, ma è anche una sostanza conservante. Esso rende altre cose più saporite e così è utile quando viene usato.
“Voi siete la luce del mondo. Una città situata su una collina non può essere nascosta. Né gli uomini accendono una candela per metterla sotto un moggio, ma su un candeliere; ed essa dona luce a tutti coloro che sono nella casa. Che la vostra luce brilli davanti agli uomini così che possano vedere le vostre buone opere e siano portati a glorificare vostro Padre che è nei cieli.”
Sebbene la luce dissipi le tenebre, essa può anche essere così “abbagliante” da confondere e deludere. Noi siamo esortati a far sì che la nostra luce brilli in modo tale che i nostri simili siano guidati in nuovi e santi sentieri di vita migliore. La nostra luce non deve brillare in modo da attirare l’attenzione su di noi. Anche la propria attività può essere utilizzata come un efficace “riflettore” per la diffusione di questa luce di vita.
I caratteri forti non si formano non facendo il male, ma piuttosto facendo realmente il bene. L’altruismo è l’emblema della grandezza umana. I più alti livelli di autorealizzazione si raggiungono per mezzo dell’adorazione e del servizio. La persona felice ed attiva è motivata, non dalla paura di fare il male, ma dall’amore di fare il bene.
“Li conoscerete dai loro frutti.” La personalità è fondamentalmente immutabile; ciò che cambia—che cresce—è il carattere morale. L’errore più grande delle religioni moderne è il negativismo. L’albero che non porta frutti viene “abbattuto e gettato nel fuoco”. Il valore morale non può derivare dalla semplice repressione—obbedendo all’ingiunzione “Tu non farai”. La paura e la vergogna sono motivazioni senza valore per la vita religiosa. La religione è valida solo se rivela la paternità di Dio ed esalta la fratellanza degli uomini.
Un’efficace filosofia di vita è formata dalla combinazione della percezione cosmica e dalla somma delle proprie reazioni emotive all’ambiente sociale ed economico. Ricordatevi: mentre le tendenze ereditarie non possono essere fondamentalmente modificate, le risposte emotive a queste tendenze possono essere cambiate; perciò la natura morale può essere modificata, il carattere può essere migliorato. In un carattere forte le risposte emotive sono integrate e coordinate, e così si produce una personalità unificata. La mancanza di unificazione indebolisce la natura morale e genera infelicità.
Senza uno scopo meritorio la vita diviene priva d’interesse ed inutile, e ne deriva molta infelicità. Il discorso di Gesù in occasione dell’ordinazione dei dodici costituisce una magistrale filosofia di vita. Gesù esortò i suoi discepoli ad esercitare una fede esperienziale. Egli li avvertì di non contare su un mero assenso intellettuale, sulla credulità e sull’autorità stabilita.
L’educazione dovrebbe essere una tecnica per apprendere (per scoprire) i migliori metodi per soddisfare le nostre naturali ed innate tendenze, e la felicità è la risultante finale di queste migliori tecniche di soddisfazioni emotive. La felicità dipende poco dall’ambiente, sebbene un ambiente piacevole possa contribuirvi in grande misura.
Ogni mortale desidera ardentemente essere una persona completa, essere perfetto come il Padre nei cieli è perfetto, e tale compimento è possibile perché in ultima analisi “l’universo è veramente paterno”.