Dopo aver venduto il pesce catturato nelle due settimane, Giuda Iscariota, scelto per fungere da tesoriere dei dodici, divise i fondi apostolici in sei parti uguali, dopo aver prelevato le somme per il mantenimento delle famiglie a carico. E poi, verso la metà di agosto dell’anno 26 d.C., essi partirono a due a due per le zone di lavoro assegnate da Andrea. Durante le prime due settimane Gesù uscì con Andrea e Pietro, nelle seconde due settimane con Giacomo e Giovanni, e così di seguito con le altre coppie nell’ordine in cui erano state scelte. In questo modo egli potè uscire almeno una volta con ciascuna coppia prima di riunirli per l’inizio del loro ministero pubblico.
Gesù insegnò loro a predicare il perdono dei peccati grazie alla fede in Dio senza penitenza o sacrificio, e che il Padre che è nei cieli ama tutti i suoi figli con lo stesso amore eterno. Egli ingiunse ai suoi apostoli di astenersi dal discutere su:
1. Il lavoro e l’imprigionamento di Giovanni il Battista.
2. La voce udita al momento del battesimo. Gesù disse: “Solo coloro che hanno udito la voce possono farvi allusione. Proclamate soltanto ciò che avete ascoltato da me; non parlate per sentito dire.”
3. Il cambiamento dell’acqua in vino a Cana. Gesù ordinò loro con fermezza di “non raccontare a nessuno la storia dell’acqua e del vino”.
Essi passarono dei momenti meravigliosi in questi cinque o sei mesi durante i quali lavorarono come pescatori ogni due settimane alternate, guadagnando in questo modo abbastanza denaro da mantenersi per le due settimane successive di lavoro missionario per il regno.
La gente del popolo era meravigliata dagli insegnamenti e dal ministero di Gesù e dei suoi apostoli. I rabbini avevano insegnato a lungo agli Ebrei che gli ignoranti non potevano essere né pii né giusti. Ma gli apostoli di Gesù erano pii e giusti, eppure ignoravano allegramente buona parte della cultura dei rabbini e della sapienza del mondo.
Gesù spiegò ai suoi apostoli la differenza tra il pentimento per mezzo delle cosiddette buone opere insegnato dagli Ebrei ed il cambiamento mentale per mezzo della fede—la nuova nascita—che egli chiedeva come prezzo di ammissione al regno. Egli insegnò ai suoi apostoli che la fede era il solo requisito necessario per entrare nel regno del Padre. Giovanni aveva insegnato loro “il pentimento—a sfuggire la collera futura”. Gesù insegnava che “la fede è la porta aperta per entrare nel presente, perfetto ed eterno amore di Dio”. Gesù non parlava come un profeta, come uno venuto a proclamare la parola di Dio. Egli sembrava parlare di se stesso come uno avente autorità. Gesù cercava di distogliere la loro mente dalla ricerca di miracoli per portarli alla scoperta di un’esperienza reale e personale nella soddisfazione e nell’assicurazione di essere abitati dallo spirito d’amore e dalla grazia salvifica di Dio.
I discepoli impararono presto che il Maestro aveva un rispetto profondo ed un’attenzione affettuosa per ogni essere umano che incontrava, ed essi furono enormemente colpiti da questa considerazione uniforme ed invariabile che egli accordava così costantemente ad ogni sorta di uomini, di donne e di ragazzi. Egli si fermava nel mezzo di una profonda dissertazione per uscire in strada e dire delle parole d’incoraggiamento ad una passante carica del suo fardello di corpo e d’anima. Interrompeva un’importante riunione con i suoi apostoli per fraternizzare con un ragazzo introdottosi. Niente sembrava mai così importante per Gesù quanto il singolo individuo che si trovava ad essere in sua immediata presenza. Egli era maestro ed insegnante, ma era anche di più—era un amico ed un vicino, un compagno comprensivo.
Sebbene l’insegnamento pubblico di Gesù consistesse principalmente in parabole ed in brevi discorsi, egli istruiva invariabilmente i suoi apostoli per mezzo di domande e risposte. Egli s’interrompeva sempre per rispondere alle domande sincere durante le sue conferenze pubbliche successive.
Gli apostoli furono dapprima stupiti dal modo in cui Gesù trattava le donne, ma in seguito vi si abituarono; egli spiegò loro molto chiaramente che nel regno sarebbero stati accordati alle donne diritti uguali a quelli degli uomini.