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Giovanni il Battista

12. La morte di Giovanni il Battista

135:12.1

Poiché Giovanni operava nella Perea meridionale al momento dell’arresto, fu condotto immediatamente nella prigione della fortezza di Macheronte, dove rimase incarcerato fino alla sua esecuzione. Erode governava sia la Perea che la Galilea e manteneva allora delle residenze in Perea sia a Giuliade che a Macheronte. In Galilea la sua residenza ufficiale era stata trasferita da Sefforis alla nuova capitale Tiberiade.

135:12.2

Erode aveva paura di rilasciare Giovanni per timore che istigasse una ribellione. Egli aveva paura di metterlo a morte per timore che la moltitudine si sollevasse nella capitale, perché migliaia di Pereani credevano che Giovanni fosse un uomo santo, un profeta. Per questo Erode teneva il predicatore nazireo in prigione, non sapendo che cosa fare di lui. Giovanni era comparso parecchie volte davanti ad Erode, ma non aveva mai voluto accettare né di lasciare i domini di Erode né di astenersi da ogni attività pubblica se fosse stato rilasciato. E questa nuova agitazione in costante crescita concernente Gesù di Nazaret, consigliava Erode che non era il momento di lasciare libero Giovanni. Inoltre Giovanni era anche vittima dell’odio implacabile e profondo da parte di Erodiade, la moglie illegittima di Erode.

135:12.3

In numerose occasioni Erode parlò con Giovanni del regno dei cieli, e sebbene talvolta fosse seriamente colpito dal suo messaggio, aveva paura di farlo uscire di prigione.

135:12.4

Poiché molte costruzioni erano ancora in corso a Tiberiade, Erode passava gran parte del suo tempo nelle sue residenze della Perea, ed aveva una predilezione per la fortezza di Macheronte. Ci vollero parecchi anni prima che tutti gli edifici pubblici e la residenza ufficiale di Tiberiade fossero completamente ultimati.

135:12.5

Per la celebrazione del suo compleanno Erode diede una grande festa al palazzo di Macheronte per i suoi ufficiali di grado più elevato e per altre importanti personalità facenti parte dei consigli del governo della Galilea e della Perea. Poiché Erodiade non era riuscita ad ottenere la morte di Giovanni mediante appello diretto ad Erode, si diede ora da fare allo scopo di ottenere la morte di Giovanni con un astuto piano.

135:12.6

Nel corso dei festeggiamenti e degli intrattenimenti della sera, Erodiade presentò sua figlia perché danzasse davanti ai convitati. Erode rimase molto affascinato dalla rappresentazione della giovane e chiamatala davanti a lui disse: “Sei incantevole. Sono molto soddisfatto di te. Chiedimi in questo mio anniversario qualunque cosa desideri ed io te la darò, fosse anche la metà del mio regno.” Ed Erode faceva tutto ciò mentre era sotto l’influenza delle sue numerose libagioni. La giovane si trasse in disparte per sentire da sua madre che cosa dovesse chiedere ad Erode. Erodiade le disse: “Va da Erode e chiedi la testa di Giovanni il Battista.” E la giovane ritornò alla tavola del banchetto e disse ad Erode: “Ti chiedo di darmi subito la testa di Giovanni il Battista su un piatto.”

135:12.7

Erode fu riempito di timore e di tristezza, ma a causa del suo giuramento e di tutti coloro che sedevano a mangiare con lui, non volle rifiutare la richiesta. Ed Erode Antipa mandò un soldato con l’ordine di portare la testa di Giovanni. Fu così che Giovanni fu decapitato quella notte nella prigione; il soldato portò la testa del profeta su un piatto e la presentò alla giovane nel retro della sala del banchetto. E la fanciulla diede il piatto a sua madre. Quando i discepoli di Giovanni ebbero notizia del fatto, si recarono alla prigione a chiedere il corpo di Giovanni, e dopo averlo deposto in una tomba andarono a riferire a Gesù.


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