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Il ritorno da Roma

La misericordia e la giustizia  •  L’imbarco a Taranto  •  A Corinto  •  Lavoro personale a Corinto  •  Ad Atene—il discorso sulla scienza  •  Ad Efeso—il discorso sull’anima  •  Il soggiorno a Cipro—il discorso sulla mente  •  Ad Antiochia  •  In Mesopotamia

PREPARANDOSI a lasciare Roma, Gesù non salutò nessuno dei suoi amici. Lo Scriba di Damasco apparve a Roma senza annuncio e scomparve allo stesso modo. Ci volle un anno intero prima che coloro che lo conobbero e lo amarono rinunciassero a sperare di vederlo ancora. Prima della fine del secondo anno piccoli gruppi di coloro che l’avevano conosciuto si riunirono spinti dal loro comune interesse per i suoi insegnamenti e dal loro mutuo ricordo dei bei momenti trascorsi con lui. E questi piccoli gruppi di Stoici, di Cinici e di seguaci dei culti dei misteri continuarono a tenere queste riunioni sporadiche ed ufficiose fino a quando apparvero a Roma i primi predicatori della religione cristiana.

133:0.2

Gonod e Ganid avevano acquistato così tante cose ad Alessandria e a Roma che inviarono tutti i loro bagagli in anticipo a Taranto con un convoglio di animali da soma, mentre i tre viaggiatori attraversarono senza fretta l’Italia a piedi percorrendo la grande Via Appia. Nel corso di questo viaggio essi incontrarono ogni sorta di esseri umani. Molti nobili cittadini romani e coloni greci vivevano lungo questa strada, ma già la progenie di un gran numero di schiavi di livello inferiore cominciava a fare la sua apparizione.

133:0.3

Un giorno, mentre sostavano per il pranzo circa a metà strada da Taranto, Ganid pose a Gesù una domanda diretta su che cosa pensasse del sistema di caste dell’India. Gesù disse: “Benché gli esseri umani differiscano per molti aspetti l’uno dall’altro, davanti a Dio e nel mondo spirituale tutti i mortali si trovano in una posizione d’uguaglianza. Ci sono soltanto due gruppi di mortali agli occhi di Dio: quelli che desiderano fare la sua volontà e quelli che non lo desiderano. Quando l’universo osserva un mondo abitato, discerne similmente due grandi classi: quelli che conoscono Dio e quelli che non lo conoscono. Quelli che non possono conoscere Dio sono annoverati tra gli animali di ciascun dato regno. L’umanità può giustamente essere suddivisa in numerose classi secondo le differenti qualifiche, perché può essere considerata dal punto di vista fisico, mentale, sociale, professionale o morale, ma queste differenti classi di mortali, quando appaiono davanti al tribunale di Dio, si trovano su un piano d’uguaglianza; Dio non fa veramente eccezione di persone. Sebbene non si possa evitare il riconoscimento di differenti capacità e dotazioni umane nel campo intellettuale, sociale e morale, non bisognerebbe fare tali distinzioni nella fratellanza spirituale degli uomini quando sono riuniti per l’adorazione in presenza di Dio.”


 
 
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Il Libro di Urantia