Questo fu uno dei parecchi anni durante i quali i fratelli e le sorelle di Gesù affrontarono le prove e le tribolazioni peculiari dei problemi e dei raggiustamenti dell’adolescenza. Gesù aveva ora fratelli e sorelle di età scalare dai sette ai diciotto anni, ed aveva molto da fare per aiutarli ad adattarsi ai nuovi risvegli della loro vita intellettuale ed emotiva. Egli dovette così dedicarsi ai problemi dell’adolescenza via via che si manifestavano nella vita dei suoi fratelli e sorelle più giovani.
Quest’anno Simone uscì diplomato dalla scuola e cominciò a lavorare con il vecchio compagno di giochi e sempre pronto difensore di Gesù, Giacobbe il tagliapietre. Dopo numerose riunioni di famiglia fu deciso che era inopportuno che tutti i ragazzi diventassero carpentieri. Fu ritenuto che diversificando i loro mestieri sarebbero stati in grado di accettare dei contratti per costruire interi edifici. Inoltre essi non erano stati tutti occupati da quando tre di loro lavoravano a tempo pieno come carpentieri.
Gesù continuò quest’anno a fare lavori di finitura di case e di ebanisteria, ma passò la maggior parte del suo tempo nel laboratorio di riparazioni delle carovane. Giacomo cominciava ad alternarsi con lui nel servizio in laboratorio. Alla fine di quest’anno, quando il lavoro di carpentiere venne a mancare a Nazaret, Gesù lasciò in carico a Giacomo il laboratorio di riparazioni ed a Giuseppe il banco da lavoro familiare, mentre lui andò a Sefforis a lavorare presso un fabbro. Egli lavorò i metalli per sei mesi ed acquisì un’abilità considerevole all’incudine.
Prima di assumere il suo nuovo impiego a Sefforis, Gesù tenne una delle sue periodiche riunioni familiari ed affidò solennemente a Giacomo, che aveva allora appena compiuto diciotto anni, le funzioni di capo della famiglia. Egli promise a suo fratello un appoggio caloroso ed una piena collaborazione, e pretese la promessa formale di obbedienza a Giacomo da parte di ciascun membro della famiglia. Da questo giorno Giacomo assunse l’intera responsabilità finanziaria della famiglia; Gesù portava il suo contributo settimanale a suo fratello. Gesù non riprese mai più le redini dalle mani di Giacomo. Mentre lavorava a Sefforis egli avrebbe potuto rientrare a casa ogni sera se necessario, ma rimase lontano di proposito, giustificandosi di non aver tempo e con altre ragioni, ma il suo vero motivo era di abituare Giacomo e Giuseppe a portare la responsabilità della famiglia. Egli aveva cominciato il lento processo di distacco dalla sua famiglia. Ogni sabato Gesù ritornava a Nazaret, e talvolta durante la settimana quando le circostanze lo richiedevano, per osservare il funzionamento del nuovo piano, per dare dei consigli e per portare utili suggerimenti.
Il fatto di vivere la maggior parte del tempo a Sefforis per sei mesi offrì a Gesù una nuova opportunità di conoscere meglio il punto di vista dei Gentili sulla vita. Egli lavorò con i Gentili, visse con i Gentili ed in ogni maniera possibile fece uno studio completo ed accurato delle loro abitudini di vita e della loro mentalità.
Il livello morale di questa città in cui risiedeva Erode Antipa era talmente inferiore anche a quello della città carovaniera di Nazaret, che dopo sei mesi di soggiorno a Sefforis Gesù non fu restio a trovare un pretesto per tornare a Nazaret. Il gruppo per cui lavorava stava per iniziare dei lavori pubblici sia a Sefforis che nella nuova città di Tiberiade, e Gesù era poco disposto ad avere a che fare con un qualunque impiego sotto la supervisione di Erode Antipa. E c’erano anche altre ragioni nell’opinione di Gesù che rendevano opportuno il suo ritorno a Nazaret. Quando ritornò al laboratorio di riparazioni egli non assunse di nuovo la direzione personale degli affari di famiglia. Lavorò in laboratorio assieme a Giacomo e per quanto possibile gli permise di continuare la supervisione della casa. La gestione da parte di Giacomo degli affari di famiglia e dell’amministrazione del bilancio della casa proseguirono tranquillamente.
Fu proprio con questo piano saggio e meditato che Gesù preparò la via per il suo ritiro definitivo dalla partecipazione attiva negli affari della sua famiglia. Quando Giacomo ebbe maturato due anni di esperienza come capo famiglia—e due anni interi prima che egli (Giacomo) si sposasse—Giuseppe fu incaricato di gestire i fondi della famiglia e gli fu affidata la direzione generale della casa.