Questo fu in verità un anno movimentato nella vita di Gesù. All’inizio di gennaio una grande tempesta di neve si abbatté sulla Galilea. La neve cadde per sessanta centimetri di altezza; fu la più forte nevicata che Gesù vide durante la sua vita ed una delle più importanti a Nazaret in cent’anni.
Le distrazioni dei ragazzi ebrei al tempo di Gesù erano piuttosto limitate; troppo spesso i ragazzi giocavano alle occupazioni più serie che avevano osservato fare dalle persone più anziane di loro. Essi giocavano molto ai matrimoni e ai funerali, cerimonie che vedevano così frequentemente e che erano così spettacolari. Danzavano e cantavano, ma avevano pochi giochi organizzati, come quelli che piacciono tanto ai ragazzi moderni.
Gesù, in compagnia di un ragazzo del vicinato e più tardi di suo fratello Giacomo, amava giocare nell’angolo più lontano del laboratorio familiare di carpenteria, dove essi si divertivano molto con dei trucioli e dei pezzi di legno. Era sempre difficile per Gesù comprendere il male che c’era in certi tipi di gioco che erano proibiti di sabato, ma non mancò mai di conformarsi ai desideri dei suoi genitori. Egli aveva un’attitudine all’umorismo e al gioco che aveva poche opportunità di esprimere nell’ambiente del suo tempo e della sua generazione, ma fino all’età di quattordici anni egli fu per la maggior parte del tempo gaio e spensierato.
Maria aveva una piccionaia sul tetto dello stabile per gli animali contiguo alla casa, ed essi destinavano i profitti della vendita dei piccioni ad un fondo speciale di carità, che Gesù amministrava dopo averne dedotto la decima che versava all’incaricato della sinagoga.
Il solo vero incidente capitato a Gesù fino ad allora fu una caduta dalla scala di pietra del cortile retrostante, che portava alla camera da letto che aveva il tetto di tela. Successe in luglio durante un’improvvisa tempesta di sabbia proveniente da est. I venti caldi, che sollevavano dei refoli di sabbia fine, soffiavano generalmente durante la stagione delle piogge, specialmente in marzo e aprile. Era eccezionale vedere una tale tempesta in luglio. Quando essa arrivò, Gesù stava giocando sulla terrazza della casa com’era sua abitudine, perché durante la maggior parte della stagione secca questa era la sua stanza di giochi abituale. Scendendo dalla scala egli fu accecato dalla sabbia e cadde. Dopo questo incidente Giuseppe costruì una balaustra ai due lati della scala.
Non c’era alcun modo in cui questo incidente potesse essere prevenuto. Non fu una negligenza imputabile ai guardiani intermedi temporali, poiché un intermedio primario ed uno secondario erano stati assegnati alla sorveglianza del ragazzo; né era imputabile al serafino guardiano. Semplicemente ciò non poteva essere evitato. Ma questo lieve incidente, avvenuto mentre Giuseppe era ad Endor, provocò un’ansietà così grande nella mente di Maria che essa decise poco saggiamente di tenere Gesù molto vicino a lei per qualche mese.
Le personalità celesti non interferiscono arbitrariamente negli incidenti materiali, che sono avvenimenti correnti di natura fisica. Nelle circostanze ordinarie solo gli intermedi possono intervenire sulle condizioni materiali per salvaguardare le persone di uomini e donne del destino, ed anche in situazioni speciali questi esseri possono agire solo in obbedienza ai mandati specifici dei loro superiori.
Questo non fu che uno dei numerosi incidenti minori di tal genere che capitarono in seguito a questo giovane curioso ed avventuroso. Se considerate l’infanzia e la fanciullezza ordinaria di un ragazzo dinamico, avrete un’idea abbastanza buona della carriera giovanile di Gesù e forse potrete immaginare quanta ansietà causò ai suoi genitori, particolarmente a sua madre.
Il quarto membro della famiglia di Nazaret, Giuseppe, nacque mercoledì mattina 16 marzo dell’anno 1 d. C.