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La risurrezione di Lazzaro

2. La risurrezione di Lazzaro

168:2.1

Mentre questo gruppo di circa quarantacinque mortali stava davanti alla tomba, poteva vagamente vedere la forma di Lazzaro, avviluppata in bende di lino, che riposava nella nicchia destra inferiore della grotta funebre. Mentre queste creature terrene stavano là in un silenzio quasi mozzafiato, una vasta schiera di esseri celesti si era portata nelle sue posizioni, in attesa di rispondere al segnale d’azione quando fosse stato dato da Gabriele, il loro comandante.

168:2.2

Gesù alzò gli occhi e disse: “Padre, ti ringrazio d’aver ascoltato ed accolto la mia richiesta. So che tu mi ascolti sempre, ma a causa di coloro che stanno qui con me io parlo così con te affinché essi credano che tu mi hai mandato nel mondo e sappiano che tu operi con me in ciò che stiamo per fare.” E quando ebbe pregato, egli gridò ad alta voce: “Lazzaro, vieni fuori!”

168:2.3

Mentre questi osservatori umani rimanevano immobili, la vasta schiera celeste era tutta affaccendata in un’azione congiunta per obbedire alla parola del Creatore. In dodici secondi esatti del tempo terrestre la forma fino ad allora senza vita di Lazzaro cominciò a muoversi e si sedette subito sul bordo del ripiano di pietra su cui aveva riposato. Il suo corpo era avvolto nelle vesti funebri e il suo viso era coperto da un lenzuolo. E quando egli si alzò in piedi davanti a loro—vivo—Gesù disse: “Scioglietelo e lasciatelo andare.”

168:2.4

Tutti, salvo gli apostoli, con Marta e Maria, fuggirono verso la casa. Essi erano pallidi di terrore e sopraffatti dallo stupore. Mentre alcuni rimasero là, molti rientrarono in fretta a casa loro.

168:2.5

Lazzaro salutò Gesù e gli apostoli e chiese il significato delle vesti funebri e perché si fosse svegliato nel giardino. Gesù e gli apostoli si trassero in disparte mentre Marta raccontava a Lazzaro della sua morte, della sua sepoltura e della sua risurrezione. Essa dovette spiegargli che era morto domenica e che ora era stato riportato in vita di giovedì, poiché egli non aveva avuto coscienza del tempo da quando si era addormentato nella morte.

168:2.6

Quando Lazzaro uscì dalla tomba, l’Aggiustatore Personalizzato di Gesù, ora capo del suo ordine in questo universo locale, comandò al precedente Aggiustatore di Lazzaro, ora in attesa, di ritornare a risiedere nella mente e nell’anima del risuscitato.

168:2.7

Poi Lazzaro si avvicinò a Gesù e, con le sue sorelle, s’inginocchiò ai piedi del Maestro per ringraziare e lodare Dio. Gesù, prendendo Lazzaro per la mano, lo fece alzare dicendo: “Figlio mio, quello che è accaduto a te sarà sperimentato anche da tutti coloro che credono in questo vangelo, salvo che essi saranno risuscitati in una forma più gloriosa. Tu sarai un testimone vivente della verità che ho proclamato—io sono la risurrezione e la vita. Ma ora andiamo tutti a casa a mangiare del cibo per questi corpi fisici.”

168:2.8

Mentre essi camminavano verso la casa, Gabriele congedò i gruppi supplementari delle schiere celesti riunite a fece registrare il primo, e l’ultimo, caso su Urantia in cui una creatura mortale era stata risuscitata nelle sembianze del suo corpo fisico di morte.

168:2.9

Lazzaro quasi non riusciva a comprendere ciò che era accaduto. Egli sapeva che era stato molto malato, ma riusciva a ricordarsi soltanto che si era addormentato e che era stato risvegliato. Egli non poté mai raccontare alcunché di questi quattro giorni nella tomba perché era stato totalmente incosciente. Il tempo non esiste per coloro che dormono il sonno della morte.

168:2.10

Sebbene molti credettero in Gesù a seguito di quest’opera potente, altri indurirono soltanto il loro cuore per respingerlo di più. L’indomani a mezzogiorno questa storia si era diffusa in tutta Gerusalemme. Decine di uomini e di donne andarono a Betania per vedere Lazzaro e per parlare con lui, e gli allarmati e sconcertati Farisei convocarono precipitosamente una riunione del Sinedrio per decidere che cosa si dovesse fare riguardo a questi nuovi sviluppi.


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