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Fascicolo 163
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L’ordinazione dei settanta a Magadan

3. La discussione sulla ricchezza

163:3.1

Appena Gesù ebbe terminato di parlare con Matadormus, Pietro ed alcuni apostoli si erano radunati attorno a lui, e mentre il giovane uomo ricco se ne stava andando, Gesù si rivolse agli apostoli e disse: “Vedete com’è difficile per coloro che hanno delle ricchezze entrare pienamente nel regno di Dio! L’adorazione spirituale non può essere spartita con le devozioni materiali; nessuno può servire due padroni. Voi avete un detto che dice ‘è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che il pagano erediti la vita eterna’. Io dichiaro che è così facile per questo cammello passare per la cruna di un ago quanto per questi ricchi compiaciuti di se stessi entrare nel regno dei cieli.”

163:3.2

Quando Pietro e gli apostoli udirono queste parole, rimasero estremamente stupiti, al punto che Pietro disse: “Allora, Signore, chi può essere salvato? Tutti coloro che sono ricchi saranno tenuti fuori del regno?” E Gesù rispose: “No, Pietro, ma tutti coloro che ripongono la loro fiducia nelle ricchezze hanno poche probabilità di entrare nella vita spirituale che conduce al progresso eterno. Ma, anche in questo caso, ciò che è impossibile per l’uomo non è fuori della portata del Padre che è nei cieli; dovremmo piuttosto riconoscere che a Dio ogni cosa è possibile.”

163:3.3

Mentre essi se ne andavano, Gesù era rattristato che Matadormus non fosse rimasto con loro, perché lo amava molto. E dopo essersi diretti verso il lago, essi si sedettero vicino all’acqua, e Pietro, parlando a nome dei dodici (che erano tutti presenti in quel momento), disse: “Noi siamo turbati dalle tue parole rivolte al giovane uomo ricco. Dovremo chiedere a coloro che volessero seguirti di rinunciare a tutti i loro beni terreni?” E Gesù disse: “No, Pietro, soltanto a coloro che volessero divenire apostoli e che desiderassero vivere con me come fate voi e come una sola famiglia. Ma il Padre esige che l’affetto dei suoi figli sia puro e indiviso. Qualsiasi cosa o persona che si frappone tra voi e l’amore delle verità del regno deve essere abbandonata. Se la propria ricchezza non invade il dominio dell’anima non è di alcuna conseguenza alla vita spirituale di coloro che volessero entrare nel regno.”

163:3.4

Allora Pietro disse: “Ma, Maestro, noi abbiamo lasciato ogni cosa per seguirti, che cosa avremo allora?” E Gesù disse a tutti i dodici: “In verità, in verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato ricchezza, famiglia, moglie, fratelli, genitori o figli per amore mio e per il bene del regno dei cieli, che non riceverà molte volte di più in questo mondo, forse con qualche persecuzione, e nel mondo futuro la vita eterna. Ma molti di coloro che sono primi saranno ultimi, mentre l’ultimo sarà spesso primo. Il Padre tratta le sue creature secondo i loro bisogni e in obbedienza alle sue giuste leggi di misericordiosa e di amorevole considerazione per il benessere di un universo.

163:3.5

“Il regno dei cieli è simile ad un proprietario che impiegava molta manodopera e che uscì di mattina presto per assumere degli operai che lavorassero nel suo vigneto. Dopo aver convenuto con gli operai di pagarli un denaro al giorno, li mandò nel vigneto. Poi uscì alle nove, e vedendo altri inoperosi nella piazza del mercato, disse loro: ‘Andate anche voi a lavorare nel mio vigneto e vi pagherò il giusto.’ Ed essi andarono subito a lavorare. Egli uscì di nuovo a mezzogiorno e alle tre e fece la stessa cosa. E ritornando nella piazza del mercato alle cinque del pomeriggio, vi trovò ancora altri oziosi e chiese loro: ‘Perché restate qui tutto il giorno a far niente?’ E gli uomini risposero: ‘Perché nessuno ci ha ingaggiati.’ Allora il proprietario disse: ‘Andate anche voi a lavorare nel mio vigneto e vi pagherò il giusto.’

163:3.6

“Quando venne la sera, questo proprietario del vigneto disse al suo intendente: ‘Chiama gli operai e paga il loro salario, cominciando dall’ultimo assunto e finendo col primo.’ Quando vennero quelli che erano stati ingaggiati alle cinque del pomeriggio, ricevettero un denaro ciascuno, e così fu con ognuno degli altri operai. Quando gli uomini che furono assunti all’inizio della giornata videro come furono pagati quelli venuti più tardi, si aspettavano di ricevere di più del salario pattuito. Ma ognuno ricevette soltanto un denaro come gli altri. E dopo che ciascuno ebbe ricevuto la sua paga, essi si lamentarono col proprietario dicendo: ‘Questi uomini che furono assunti per ultimi hanno lavorato solamente un’ora, e tuttavia tu li hai pagati come noi che abbiamo penato tutto il giorno sotto il sole ardente.’

163:3.7

“Allora il proprietario rispose: ‘Amici miei, io non vi faccio torto. Ciascuno di voi non ha accettato di lavorare per un denaro al giorno? Prendete ora ciò che vi spetta e andate per la vostra strada, perché io desidero dare a coloro che sono venuti per ultimi quanto ho dato a voi. Non ho il diritto di fare quello che voglio con ciò che è mio? Oppure rimproverate la mia generosità perché desidero essere buono e mostrare misericordia?’ ”


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