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Fascicolo 151
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Sosta ed insegnamento in riva al mare

2. L’interpretazione della parabola

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Pietro e il gruppo vicino a lui giunsero alla conclusione che la parabola del seminatore era un’allegoria, che ciascun elemento aveva un significato nascosto, e così decisero di andare da Gesù a chiedere una spiegazione. Di conseguenza, Pietro si avvicinò al Maestro dicendo: “Noi non riusciamo a penetrare il significato di questa parabola e desideriamo che tu ce la spieghi, poiché dici che ci è dato di conoscere i misteri del regno.” E quando Gesù udì ciò, disse a Pietro: “Figlio mio, io non desidero nasconderti nulla, ma dimmi prima di che cosa avete parlato; qual è la tua interpretazione della parabola?” l’insegnamento del vangelo. Gli uccelli che portano via il seme caduto sul suolo indurito rappresentano Satana, o il maligno, che sottrae ciò che è stato seminato nel cuore di questi ignoranti. Il seme caduto nei luoghi sassosi e che germoglia così rapidamente rappresenta quelle persone superficiali e non riflessive che, quando ascoltano la buona novella, ricevono il

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Dopo un momento di silenzio, Pietro disse: “Maestro, noi abbiamo discusso molto sulla parabola e questa è l’interpretazione alla quale io sono giunto: il seminatore è il predicatore del vangelo; la semente è la parola di Dio. Il seme caduto sul ciglio della strada rappresenta coloro che non comprendono l’insegnamento del vangelo. Gli uccelli che portano via il seme caduto sul suolo indurito rappresentano Satana, o il maligno, che sottrae ciò che è stato seminato nel cuore di questi ignoranti. Il seme caduto nei luoghi sassosi e che germoglia così rapidamente rappresenta quelle persone superficiali e non riflessive che, quando ascoltano la buona novella, ricevono il messaggio con gioia; ma poiché la verità non ha radici nel profondo della loro comprensione, la loro devozione è di breve durata di fronte alle tribolazioni e alle persecuzioni. Quando sopraggiungono delle difficoltà, questi credenti vacillano; quando sono tentati si dileguano. Il seme caduto tra i rovi rappresenta coloro che ascoltano volentieri la parola, ma che permettono alle preoccupazioni del mondo e alla falsità delle ricchezze di soffocare la parola della verità, cosicché essa diviene sterile. Ora, il seme caduto sul terreno buono e germogliato per dare alcuni trenta, alcuni sessanta, ed altri cento volte tanto, rappresenta coloro che, quando hanno ascoltato la verità, l’hanno ricevuta con diversi gradi di apprezzamento—a motivo delle loro differenti doti intellettuali—e manifestano quindi questi diversi gradi di esperienza religiosa.”

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Gesù, dopo aver ascoltato l’interpretazione di Pietro della parabola, chiese agli altri apostoli se non avessero anche loro delle impressioni da presentare. Solo Natanaele rispose a questo invito. Egli disse: “Maestro, anche se riconosco molte buone cose nell’interpretazione della parabola da parte di Simon Pietro, io non sono pienamente d’accordo con lui. La mia opinione su questa parabola sarebbe: il seme rappresenta il vangelo del regno, mentre il seminatore rappresenta i messaggeri del regno. Il seme caduto sul ciglio della strada sul suolo indurito rappresenta coloro che hanno sentito poco del regno, insieme con coloro che sono indifferenti al messaggio e con coloro che hanno indurito il loro cuore. Gli uccelli del cielo che portano via il seme caduto sul ciglio della strada rappresentano le abitudini della vita, la tentazione del male e i desideri della carne. Il seme caduto tra i sassi rappresenta quelle anime emotive che sono rapide a ricevere il nuovo insegnamento ed egualmente veloci a rinunciare alla verità quando sono poste di fronte alle difficoltà e alle realtà di una vita conforme a questa verità; esse mancano di percezione spirituale. Il seme caduto tra i rovi rappresenta coloro che sono attratti verso le verità del vangelo; essi sono intenzionati a seguire i suoi insegnamenti, ma ne sono impediti dall’orgoglio della vita, dalla gelosia, dall’invidia e dalle ansietà dell’esistenza umana. Il seme caduto sul terreno buono, che germoglia per dare alcuni trenta, alcuni sessanta, ed altri cento volte tanto, rappresenta i naturali e diversi gradi di capacità a comprendere la verità e a rispondere ai suoi insegnamenti spirituali da parte di uomini e di donne che posseggono differenti dotazioni d’illuminazione spirituale.”

151:2.4

Quando Natanaele ebbe finito di parlare, gli apostoli e i loro associati s’immersero in una seria discussione ed ingaggiarono un sincero dibattito, alcuni sostenendo la correttezza dell’interpretazione di Pietro, mentre un numero quasi uguale cercava di difendere la spiegazione della parabola fornita da Natanaele. Nel frattempo Pietro e Natanaele si erano ritirati in casa, dove s’impegnarono in un vigoroso e risoluto sforzo, ciascuno per convincere l’altro a cambiare opinione.

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Il Maestro permise a questa confusione di raggiungere il punto di più intensa espressione; poi batté le mani per chiamarli vicino a lui. Quando essi furono di nuovo tutti riuniti attorno a lui, disse: “Prima che vi parli di questa parabola, qualcuno di voi ha qualcosa da dire?” Dopo un momento di silenzio, Tommaso disse: “Sì, Maestro, io vorrei dire qualche parola. Mi ricordo che tu ci hai già detto una volta di stare in guardia su questa stessa cosa. Tu ci hai insegnato che, quando avessimo usato degli esempi per la nostra predicazione, impiegassimo storie vere, non delle favole, e che scegliessimo la storia più adatta ad illustrare la sola verità centrale ed essenziale che volevamo insegnare alla gente, e che, dopo aver utilizzato la storia, non tentassimo di effettuare un’applicazione spirituale di tutti i dettagli minori implicati nel racconto della storia. Io ritengo che Pietro e Natanaele si sbaglino entrambi nei loro tentativi d’interpretare questa parabola. Ammiro la loro abilità nel fare queste cose, ma sono egualmente certo che tutti questi tentativi per trarre da una normale parabola delle analogie spirituali da ciascuno dei suoi elementi possano portare soltanto alla confusione e ad un serio malinteso sul vero proposito di tale parabola. Che quanto affermo è vero risulta pienamente dal fatto che, mentre eravamo tutti dello stesso parere un’ora fa, ora siamo divisi in due gruppi separati che sostengono opinioni differenti su questa parabola, e sostengono tali opinioni così ardentemente da interferire, a mio avviso, con la nostra capacità di afferrare pienamente la grande verità che tu avevi in mente quando hai presentato questa parabola alla folla, e che hai chiesto successivamente a noi di commentare.”

151:2.6

Le parole che Tommaso pronunciò ebbero un effetto calmante su tutti loro. Egli li invitò a ricordare ciò che Gesù aveva insegnato loro in precedenti occasioni, e prima che Gesù riprendesse a parlare, Andrea si alzò e disse: “Io sono persuaso che Tommaso abbia ragione e vorrei che ci dicesse quale significato egli attribuisce alla parabola del seminatore.” Dopo che Gesù ebbe invitato Tommaso a parlare, egli disse: “Fratelli miei, non vorrei prolungare questa discussione, ma poiché lo desiderate, dirò che penso che questa parabola sia stata raccontata per insegnarci una sola grande verità. E cioè che il nostro insegnamento del vangelo del regno, per quanto fedelmente ed efficacemente noi eseguiamo i nostri incarichi divini, sarà seguito da differenti gradi di successo; e che tutte queste differenze di risultati saranno direttamente dovute alle condizioni inerenti alle circostanze del nostro ministero, condizioni sulle quali noi abbiamo poco o nessun controllo.”

151:2.7

Quando Tommaso ebbe finito di parlare, la maggioranza dei suoi compagni predicatori era pronta a convenire con lui, ed anche Pietro e Natanaele stavano per parlare con lui, quando Gesù si alzò e disse: “Bravo Tommaso; tu hai capito il vero significato delle parabole; ma sia Pietro che Natanaele hanno fatto altrettanto bene, nel senso che hanno evidenziato così pienamente il pericolo di trasformare in allegorie le mie parabole. Nel vostro cuore potete spesso impegnarvi proficuamente in questi slanci d’immaginazione speculativa, ma commettete un errore quando cercate di presentare tali conclusioni come parte del vostro insegnamento pubblico.”

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Ora che la tensione era superata, Pietro e Natanaele si felicitarono l’un l’altro per le loro interpretazioni e, ad eccezione dei gemelli Alfeo, ciascuno degli apostoli si avventurò a dare un’interpretazione della parabola del seminatore prima di ritirarsi per la notte. Anche Giuda Iscariota offrì una spiegazione molto plausibile. I dodici tentarono spesso, tra di loro, di decifrare le parabole del Maestro come avrebbero fatto di un’allegoria, ma non presero mai più sul serio tali speculazioni. Questa fu una riunione molto proficua per gli apostoli ed i loro associati, specialmente perché a partire da questo momento Gesù impiegò sempre di più delle parabole in connessione con il suo insegnamento pubblico.


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