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Fascicolo 149
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Il secondo giro di predicazione

6. Il “timore del Signore”

149:6.1

Fu a Gamala, durante la conferenza della sera, che Filippo disse a Gesù: “Maestro, perché le Scritture ci ordinano di ‘temere il Signore’, mentre tu vorresti che ci rivolgessimo al Padre che è nei cieli senza paura? Come possiamo conciliare questi insegnamenti?” E Gesù replicò a Filippo dicendo:

149:6.2

“Figli miei, non sono sorpreso che mi poniate tali domande. All’inizio era solo per mezzo della paura che l’uomo poteva imparare il rispetto, ma io sono venuto a rivelare l’amore del Padre affinché voi siate portati ad adorare l’Eterno attratti dal riconoscimento affettuoso di un figlio e dal contraccambio dell’amore profondo e perfetto del Padre. Io vorrei liberarvi dalla schiavitù di sottomettervi con timore servile al servizio fastidioso di un Re-Dio geloso e collerico. Io vorrei istruirvi sulla relazione Padre-figlio tra Dio e l’uomo, in modo che siate portati gioiosamente a quella libera, sublime e celeste adorazione di un Dio-Padre affettuoso, giusto e misericordioso.

149:6.3

“Il ‘timore del Signore’ ha avuto differenti significati nelle ere successive, cominciando dalla paura, attraverso l’angoscia ed il terrore, fino al timore reverenziale e al rispetto. E partendo dal rispetto vorrei ora elevarvi, passando attraverso il riconoscimento, la realizzazione e l’apprezzamento, all’amore. Quando l’uomo riconosce soltanto le opere di Dio, è portato a temere il Supremo; ma quando l’uomo comincia a comprendere e a sperimentare la personalità ed il carattere del Dio vivente, è portato ad amare sempre di più un simile Padre buono e perfetto, universale ed eterno. Ed è proprio questo cambiamento della relazione tra l’uomo e Dio che costituisce la missione del Figlio dell’Uomo sulla terra.

149:6.4

“I figli intelligenti non temono per il loro padre allo scopo di ricevere dei bei doni da lui; ma avendo già ricevuto l’abbondanza di buone cose donate dai dettami dell’affetto del padre per i suoi figli e le sue figlie, questi figli benamati sono portati ad amare il loro padre in riconoscimento ed apprezzamento di risposta a tale generosa beneficenza. La bontà di Dio porta al pentimento; la benevolenza di Dio porta al servizio; la misericordia di Dio porta alla salvezza; mentre l’amore di Dio porta all’adorazione intelligente e spontanea.

149:6.5

“I vostri antenati temevano Dio perché era potente e misterioso. Voi lo adorerete perché è magnifico in amore, generoso in misericordia e glorioso in verità. La potenza di Dio genera timore nel cuore dell’uomo, ma la nobiltà e la rettitudine della sua personalità generano rispetto, amore e spontanea adorazione. Un figlio rispettoso ed affettuoso non ha paura né timore nemmeno di un padre potente e nobile. Io sono venuto al mondo per porre l’amore al posto della paura, la gioia al posto del dispiacere, la fiducia al posto del timore, il servizio amorevole e l’adorazione comprensiva al posto della schiavitù servile e delle cerimonie prive di senso. Ma è ancora vero per coloro che sono nelle tenebre che ‘il timore del Signore è l’inizio della saggezza’. Ma quando la luce è venuta più pienamente, i figli di Dio sono portati a lodare l’Infinito per quello che è piuttosto che a temerlo per quello che fa.

149:6.6

“Quando i figli sono giovani e spensierati devono necessariamente essere esortati ad onorare i loro genitori; ma quando crescono e cominciano ad apprezzare di più i benefici del ministero e della protezione dei genitori, sono portati, mediante un rispetto comprensivo ed un affetto crescente, a quel livello di esperienza in cui amano effettivamente i loro genitori per quello che sono, più che per quello che hanno fatto. Il padre ama naturalmente suo figlio, ma il figlio deve sviluppare il suo amore per il padre cominciando dalla paura di ciò che il padre può fare, attraverso il timore reverenziale, il terrore, la dipendenza ed il rispetto, fino alla considerazione comprensiva ed affettuosa dell’amore.

149:6.7

“Vi è stato insegnato che dovreste ‘temere Dio ed osservare i suoi comandamenti perché questo è tutto il dovere dell’uomo’. Ma io sono venuto a darvi un comandamento nuovo e superiore. Io vorrei insegnarvi ‘ad amare Dio e ad imparare a fare la sua volontà, perché questo è il più grande privilegio dei figli di Dio liberati’. Ai vostri padri è stato insegnato di ‘temere Dio—il Re Onnipotente’. Io v’insegno: ‘Amate Dio—il Padre infinitamente misericordioso’.

149:6.8

“Nel regno dei cieli, che io sono venuto a proclamare, non c’è un re elevato e potente; questo regno è una famiglia divina. Il centro e capo universalmente riconosciuto e adorato senza riserve di questa immensa fraternità di esseri intelligenti è mio Padre e vostro Padre. Io sono suo Figlio, ed anche voi siete suoi figli. È dunque eternamente vero che voi ed io siamo fratelli nello stato celeste, e ciò ancor più da quando siamo divenuti fratelli nella carne della vita terrena. Cessate, quindi, di temere Dio come un re o di servirlo come un padrone; imparate a rispettarlo come il Creatore; onoratelo come il Padre della vostra giovinezza spirituale; amatelo come un difensore misericordioso; ed infine adoratelo come il Padre amorevole ed infinitamente saggio della vostra realizzazione e del vostro apprezzamento spirituali più maturi.

149:6.9

“Dai vostri concetti errati del Padre che è nei cieli nascono le vostre idee sbagliate dell’umiltà ed ha origine gran parte della vostra ipocrisia. L’uomo può essere un verme della terra per natura ed origine, ma quando viene abitato dallo spirito di mio Padre, quell’uomo diviene divino nel suo destino. Lo spirito conferito da mio Padre ritornerà sicuramente alla sua fonte divina e al livello universale d’origine, e l’anima umana dell’uomo mortale che sarà divenuto il figlio rinato di questo spirito interiore si eleverà certamente con lo spirito divino alla presenza stessa del Padre eterno.

149:6.10

“Certo, l’umiltà si conviene all’uomo mortale che riceve tutti questi doni dal Padre celeste, sebbene vi sia una dignità divina connessa a tutti questi candidati per fede all’ascensione eterna del regno dei cieli. Le pratiche servili e prive di senso di un’umiltà falsa ed ostentativa sono incompatibili con l’apprezzamento della fonte della vostra salvezza ed il riconoscimento del destino delle vostre anime nate dallo spirito. L’umiltà davanti a Dio è del tutto appropriata nel profondo del vostro cuore; la mitezza davanti agli uomini è lodevole; ma l’ipocrisia di un’umiltà autocosciente e che sollecita l’attenzione è infantile e indegna dei figli illuminati del regno.

149:6.11

“Voi fate bene ad essere umili davanti a Dio ed equilibrati davanti agli uomini, ma fate che la vostra modestia sia di origine spirituale e non l’esibizione illusoria di un autocosciente senso di superiorità ipocrita. Il profeta parlò saggiamente quando disse: ‘Camminate umilmente con Dio’, perché, sebbene il Padre che è nei cieli sia l’Infinito e l’Eterno, dimora anche in ‘colui che ha la mente contrita ed uno spirito umile’. Mio Padre disdegna l’orgoglio, detesta l’ipocrisia ed aborrisce l’iniquità. Ed è stato per porre in risalto il valore della sincerità e della perfetta fiducia nel sostegno amorevole e nella guida fedele del Padre celeste che io ho così spesso fatto allusione ai bambini per illustrare l’atteggiamento della mente e la reazione dello spirito che sono così essenziali per l’entrata dell’uomo mortale nelle realtà spirituali del regno dei cieli.

149:6.12

“Il profeta Geremia ha descritto bene molti mortali quando disse: ‘Voi siete vicini a Dio con la bocca, ma lontani da lui nel cuore.’ E non avete anche letto quel terribile avvertimento del profeta che disse: ‘I suoi sacerdoti insegnano per una ricompensa ed i suoi profeti predicono per denaro. Allo stesso tempo essi professano pietà e proclamano che il Signore è con loro’. Non siete stati bene avvisati contro coloro che ‘parlano di pace ai loro vicini mentre la malizia è nel loro cuore’, contro coloro che ‘adulano con le labbra mentre il loro cuore fa il doppiogioco’? Tra tutti i dispiaceri di un uomo fiducioso, nessuno è così terribile quanto quello di essere ‘ferito nella casa di un amico fidato.’ ”


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