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L’inizio dell’opera pubblica

5. L’unità spirituale

141:5.1

Una delle riunioni della sera più importanti ad Amatus fu quella in cui si discusse dell’unità spirituale. Giacomo Zebedeo aveva chiesto: “Maestro, come impareremo ad avere lo stesso punto di vista e a godere così di maggiore armonia tra di noi?” Quando Gesù udì questa domanda fu scosso nel suo spirito a tal punto che replicò: “Giacomo, Giacomo, quando ti ho insegnato che dovreste avere tutti lo stesso punto di vista? Io sono venuto nel mondo a proclamare la libertà spirituale affinché i mortali possano avere la possibilità di vivere delle vite individuali di originalità e di libertà davanti a Dio. Io non desidero che l’armonia sociale e la pace fraterna siano raggiunte con il sacrificio della libera personalità e dell’originalità spirituale. Ciò che vi chiedo, miei apostoli, è l’unità spirituale—e che possiate sperimentarla nella gioia della vostra consacrazione congiunta a fare di tutto cuore la volontà di mio Padre che è nei cieli. Voi non dovete avere lo stesso punto di vista o gli stessi sentimenti, né dovete pensare allo stesso modo per essere spiritualmente simili. L’unità spirituale deriva dalla coscienza che ciascuno di voi è abitato, e sempre più dominato, dal dono spirituale del Padre celeste. La vostra armonia apostolica deve scaturire dal fatto che la speranza spirituale di ciascuno di voi è identica per origine, natura e destino.

141:5.2

“In questo modo voi potete sperimentare una perfetta unità di propositi spirituali ed una comprensione spirituale derivante dalla mutua coscienza dell’identità di ciascuno degli spiriti del Paradiso. E potrete godere tutti di questa profonda unità spirituale anche di fronte alla estrema diversità delle vostre capacità individuali di pensiero intellettuale, di sentimento innato e di condotta sociale. Le vostre personalità possono avere una ravvivante diversità ed una sensibile differenza, mentre le vostre nature spirituali ed i frutti spirituali dell’adorazione divina e dell’amore fraterno possono essere così unificati che tutti quelli che osservano le vostre vite prenderanno certamente atto di questa identità di spirito ed unità d’anima. Essi riconosceranno che siete stati con me e che avete così imparato, ed in modo accettabile, a fare la volontà del Padre che è nei cieli. Voi potete raggiungere l’unità del servizio di Dio anche mentre svolgete questo servizio secondo la tecnica delle vostre proprie doti originali di mente, di corpo e di anima.

141:5.3

“La vostra unità spirituale implica due fattori che si armonizzano sempre nella vita dei singoli credenti: primo, voi possedete un motivo comune per una vita di servizio; desiderate tutti fare soprattutto la volontà del Padre che è nei cieli. Secondo, avete tutti uno scopo comune d’esistenza; vi proponete tutti di trovare il Padre che è nei cieli e di provare così all’universo che siete divenuti simili a lui.”

141:5.4

Gesù ritornò molte volte su questo tema durante l’istruzione dei dodici. Disse loro ripetutamente che non desiderava che coloro che credevano in lui divenissero dogmatizzati e standardizzati in conformità con le interpretazioni religiose pur di uomini dabbene. Egli non cessò mai di mettere in guardia i suoi apostoli contro la formulazione di credo e l’istituzione di tradizioni per guidare e controllare i credenti nel vangelo del regno.


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