◄ 139:9
Fascicolo 139
139:12 ►

I dodici apostoli

11. Simone lo Zelota

139:11.1

Simone Zelota, l’undicesimo apostolo, fu scelto da Simon Pietro. Egli era un uomo capace, di buona stirpe, e viveva con la sua famiglia a Cafarnao. Aveva ventotto anni quando fu aggregato agli apostoli. Egli era un focoso agitatore ed era anche un uomo che parlava molto senza riflettere. Era stato mercante a Cafarnao prima di rivolgere tutta la sua attenzione all’organizzazione patriottica degli Zeloti.

139:11.2

Simone Zelota fu incaricato del divertimento e della ricreazione del gruppo apostolico, ed era un organizzatore molto efficiente delle distrazioni e delle attività ricreative dei dodici.

139:11.3

La forza di Simone era la sua ispirante fedeltà. Quando gli apostoli incontravano un uomo o una donna che si dibattevano nell’indecisione circa la loro entrata nel regno, mandavano a cercare Simone. Di solito bastava soltanto un quarto d’ora a questo entusiasta sostenitore della salvezza per mezzo della fede in Dio per risolvere ogni dubbio e rimuovere ogni indecisione, per vedere una nuova anima nascere “nella libertà della fede e nella gioia della salvezza”.

139:11.4

La grande debolezza di Simone era la sua mentalità materialista. Egli non poteva trasformarsi rapidamente da Ebreo nazionalista in un internazionalista incline alla spiritualità. Quattro anni furono un tempo troppo breve per operare una tale trasformazione intellettuale ed emotiva, ma Gesù fu sempre paziente con lui.

139:11.5

La sola qualità di Gesù che Simone ammirava tanto era la calma del Maestro, la sua sicurezza, la sua padronanza, la sua inesplicabile compostezza.

139:11.6

Benché Simone fosse un fanatico rivoluzionario, un intrepido tizzone ardente di agitazioni, dominò gradualmente la sua natura focosa fino a divenire un potente ed efficace predicatore di “pace in terra e buona volontà tra gli uomini”. Simone brillava nei dibattiti; amava discutere. E quando si doveva affrontare la mentalità legalistica degli Ebrei istruiti o le sofisticherie intellettuali dei Greci, il compito era sempre assegnato a Simone.

139:11.7

Egli era un ribelle per natura ed un iconoclasta per formazione, ma Gesù lo conquistò ai concetti superiori del regno dei cieli. Egli aveva sempre identificato se stesso con il partito della protesta, ma ora aderiva al partito del progresso, alla progressione illimitata ed eterna dello spirito e della verità. Simone era un uomo di fedeltà ferventi e di ardenti devozioni personali, ed amava profondamente Gesù.

139:11.8

Gesù non temeva di confrontarsi con uomini d’affari, lavoratori, ottimisti, pessimisti, filosofi, scettici, Pubblicani, politici e patrioti.

139:11.9

Il Maestro ebbe numerosi colloqui con Simone, ma non riuscì mai a trasformare pienamente in un internazionalista questo ardente nazionalista ebreo. Gesù diceva spesso a Simone che era legittimo desiderare di vedere migliorati l’ordine sociale, economico e politico, ma aggiungeva sempre: “Quello non è affare del regno dei cieli. Noi dobbiamo dedicarci a fare la volontà del Padre. Il nostro compito è di essere gli ambasciatori di un governo spirituale superiore, e non dobbiamo occuparci nell’immediato di nessun’altra cosa che di rappresentare la volontà ed il carattere del Padre divino che sta alla testa del governo di cui noi portiamo le credenziali.” Tutto ciò era difficile da comprendere per Simone, ma gradualmente egli giunse a cogliere qualcosa del significato dell’insegnamento del Maestro.

139:11.10

Dopo la dispersione causata dalle persecuzioni di Gerusalemme, Simone si ritirò per un certo tempo. Egli era letteralmente annientato. In quanto patriota nazionalista aveva rinunciato alla sua posizione per riguardo agli insegnamenti di Gesù; ora tutto era perduto. Egli era nella disperazione, ma in capo a qualche anno riprese le sue speranze e partì per proclamare il vangelo del regno.

139:11.11

Egli si recò ad Alessandria e, dopo aver risalito il Nilo, penetrò nel cuore dell’Africa predicando ovunque il vangelo di Gesù e battezzando i credenti. Lavorò così finché divenne vecchio e debole. E morì e fu sepolto nel cuore dell’Africa.


◄ 139:9
 
139:12 ►