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La realtà dell’esperienza religiosa

4. La comunione spirituale

103:4.1

La differenza caratteristica tra una riunione sociale ed un’assemblea religiosa è che, contrariamente a quella secolare, quella religiosa è pervasa da un’atmosfera di comunione. In questo modo l’associazione umana genera un sentimento di comunità con il divino, e questo è l’inizio dell’adorazione collettiva. Mangiare un pasto in comune è stato il primo tipo di comunione sociale, e così le religioni primitive provvidero perché una parte del sacrificio cerimoniale fosse mangiato dai fedeli. Anche nel Cristianesimo la Cena del Signore conserva questo tipo di comunione. L’atmosfera della comunione procura un periodo di tregua ristoratrice e confortante nel conflitto tra l’egoistico ego e lo stimolo altruistico del Monitore spirituale interiore. Questo è il preludio della vera adorazione—la pratica della presenza di Dio che si manifesta nell’apparizione della fratellanza umana.

103:4.2

Quando l’uomo primitivo sentiva che la sua comunione con Dio era stata interrotta, faceva ricorso ad un qualche sacrificio nello sforzo di fare ammenda, di ristabilire una relazione amichevole. La fame e la sete di rettitudine portano alla scoperta della verità, e la verità accresce gli ideali, e ciò crea nuovi problemi per i singoli credenti, perché i nostri ideali tendono a crescere in progressione geometrica, mentre la nostra capacità di vivere al loro livello aumenta solo in progressione aritmetica.

103:4.3

Il senso di colpa (non la coscienza del peccato) deriva sia dell’interruzione della comunione spirituale che dall’abbassamento dei propri ideali morali. La liberazione da un tale difficile frangente può avvenire soltanto mediante la comprensione che i propri ideali morali più elevati non sono necessariamente sinonimo della volontà di Dio. L’uomo non può sperare di vivere all’altezza dei suoi ideali più elevati, ma può essere fedele al suo proposito di trovare Dio e di divenire sempre più simile a lui.

103:4.4

Gesù spazzò via tutti i cerimoniali di sacrificio e di espiazione. Egli distrusse la base di tutta questa colpevolezza fittizia e di tutto questo sentimento d’isolamento nell’universo proclamando che l’uomo è figlio di Dio; la relazione creatura-Creatore fu posta sulla base di figlio-genitore. Dio divenne un Padre amorevole per i suoi figli e figlie mortali. Tutti i cerimoniali che non sono parte legittima di questa intima relazione di famiglia sono abrogati per sempre.

103:4.5

Dio il Padre tratta con l’uomo, figlio suo, non sulla base delle sue virtù o dei suoi meriti reali, ma in riconoscimento delle motivazioni del figlio—del proposito e dell’intenzione della creatura. La relazione è quella dell’associazione genitore-figlio ed è animata dall’amore divino.


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