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I fondamenti della fede religiosa

5. La supremazia del potenziale finalizzato

102:5.1

Benché lo stabilire il fatto della credenza non equivalga allo stabilire il fatto di ciò che è creduto, ciò nonostante, la progressione evoluzionaria della vita semplice fino allo status di personalità dimostra, in primo luogo, il fatto dell’esistenza del potenziale della personalità. E negli universi del tempo il potenziale ha sempre la supremazia sull’attuale. Nel cosmo in evoluzione il potenziale è ciò che sarà, e ciò che sarà è lo sviluppo delle decisioni intenzionali della Deità.

102:5.2

Questa stessa supremazia delle intenzioni appare nell’evoluzione dell’ideazione mentale quando la paura animale primitiva si tramuta in rispetto sempre più profondo per Dio ed in un crescente timore dell’universo. L’uomo primitivo aveva più paura religiosa che fede, e la supremazia dei potenziali spirituali sugli attuali mentali è dimostrata quando questa vile paura è tramutata in fede vivente nelle realtà spirituali.

102:5.3

Si può analizzare psicologicamente la religione evoluzionaria, ma non la religione di origine spirituale sperimentata personalmente. La moralità umana può riconoscere dei valori, ma solo la religione può conservare, esaltare e spiritualizzare tali valori. Ma nonostante queste azioni la religione è qualcosa di più di una moralità resa emotiva. La religione sta alla moralità come l’amore sta al dovere, come la filiazione sta alla servitù, come l’essenza sta alla sostanza. La moralità rivela un Controllore onnipotente, una Deità da servire; la religione rivela un Padre amorevolissimo, un Dio da adorare e da amare. Ed anche questo avviene perché la potenzialità spirituale della religione domina l’attualità del dovere della moralità evoluzionaria.


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